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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

É Nata Una Stella

Aggiornamento: 6 gen 2021

1954 - Musicale/Romantico - 2h 55m

Regia: George Cukor

Cast: Judy Garland, James Mason, Jack Carson, Charles Bickford, Tom Noonan

Nel mondo dello spettacolo tutto è possibile, e anche una semplice cantante può diventare una stella del cinema. Norman Maine è il più famoso attore di Hollywood, amato dai fan e richiestissimo dalle varie case cinematografiche, ma purtroppo ha il grosso vizio di essere un'alcolista. Un giorno, arrivato a una serata di beneficienza completamente sbronzo, verrà salvato dalla cantante e ballerina Esther Blodgett da una figuraccia, lui per riconoscenza cercherà di farla diventare una stella, riuscirà nel suo intento?


La pellicola è il remake del film del 1937, e che produrrà altri due remake, uno nel 1976 e uno nel 2018. Il film è stato uno dei successi di maggior risalto degli anni '50, inoltre fu il grande ritorno sulle scene di Judy Garland che mancava da quattro anni. In quel momento la Garland era appena uscita dal turbolento divorzio col regista Vincente Minnelli e questo film la riconsacrò a livello mondiale. Qui l'attrice originaria di Grand Rapids intepreta Esther Blodgett, una bravissima cantante che dopo tanta gavetta è riuscita a raggiungere il suo sogno di lavorare sul palcoscenico, ha dato una straordinaria intepretazione, le sue grandi doti canore sono meravigliose, ma la sua interpretazione è straordinaria nell'indossare i panni della giovane ragazza che decide di credere di più in se stessa e che nonostante le sue debolezze è riuscita a diventare una star, per il film otterrà la sua prima candidatura agli Oscar e non capisco come non abbia vinto, vincerà però il Golden Globe, ancora oggi è considerato il suo film migliore dopo Il Mago di Oz; ma se la stella della Garland ha brillato, è stata affiancata da un intenso James Mason che nella parte del divo del cinema che pur sapendo cosa potrebbe andare incontro decide di scommettere su E. Blodgett, è una prova di gran carattere nell'interpretare l'attore ubriacone che piano piano brucia la sua notorietà, cosa che non credeva accadesse e che nonostante ci provi a disintossicarsi non c'è la farà. Il resto dei personaggi che fanno da spalla ai due protagonisti mi ha colpito soprattutto quella del produttore Oliver Niles (Charles Bickford), grande amico del protagonista che crederà in lui nonostante tutto e che starà vicino alla protagonista durante la sua carriera.


L'obbiettivo del regista George Cukor è stato quello di rispecchiare in gran parte il film originale, ma con molte novità e portare la pellicola agli anni cinquanta; ha portato quello che è la vita sul set cinematografico e quanto può essere difficile essere un divo/a. Le varie difficoltà nel dover vivere un'altra vita, l'essere sempre circondato dai paparazzi ma soprattutto quello che può portare negativamente che sia l'uso dell'alcol come nel film, ma in certe situazioni ancora peggio. Sullo sfondo della pellicola l'atmosfera inconfondibile degli anni '50, e della vecchia Hollywood con i suo teatri e cinema.


Ottime le coreografie dei vari balli tipiche dei musical di quegli anni e ottimo il far vedere come la protagonista racconti la sua storia dalle stalle alle stelle. La storia d'amore dei due protagonisti è qualcosa di amaliante, la moglie che ama il marito nonostante la sua debolezza e decide di rischiare tutto per lui è la meta che il regista voleva portare, degno di una sceneggiatura scritta col cuore prima di tutto.


Le musiche sono tipiche dei musical dell'era, sono composte da Harold Arlen (che aveva già lavorato con la Garland in Il Mago di Oz, vincendo l'Oscar per la miglior canzone) e dirette da Ray Heindorf, che hanno portato un tema brioso e divertente a tutto il film. La stessa Judy Garland canterà varie musiche tra cui The Man That Got Away che verrà candidata agli Oscar, così come la colonna sonora stessa. La lunghezza del film è stata la parte negativa, alcune scene sono superflue, questo ha portato a rallentare la trama. Un musical strabiliante che riempie i cuori di felicità e che fa capire quanto sia bella la musica, ma cosa più importante è che ognuno di noi può fare strada, e che se anche qualcuno ci aiuta nel farla la parte più importate la facciamo noi.

di Giacomo Fantini Voto: 3,0 di 5

28 settembre 2020

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