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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

Salvare La Faccia

2004 - Commedia/Romantico - 1h 33m

Regia: Alice Wu

Cast: Joan Chen, Michelle Krusiec, Lynn Chen, Jin Wang, Guang Lan Koh, Jessica Hecht, Ato Essandoh, Nathanael Geng, Tai Fung Hsia, Luoyong Wang


TRAMA:

Wilhelmina "Wil" Pang è una giovane chirurgo cino-americana che si ritrova a dover convivere con la madre, una donna all'antica e rigida alle regole, dopo aver scoperto che la donna quasi cinquantenne è rimasta incinta da uno sconosciuto, sconvolgendo tutti.



RECENSIONE:

La pellicola presentata al Sundance Film Festival e al Toronto Film Festival, la vidi qualche anno fa e ne rimasi subito colpito dagli argomenti trattati. Il problema che ancora persiste di ragazze madri anche se in questo caso la protagonista è sopra la quarantina, ma che ancora viene vista in maniera negativa soprattutto per la comunità cinese che ancora oggi è rimasta per alcuni aspetti ancora all'antica. In Cina ci sono certe donne che sono costrette a sposare uomini di cui non sono innamorate solo per fare un piacere alla famiglia e soprattutto al padre come nel film. Un dettaglio che fa ancora suscitare qualche sconsenso già che siamo nel 2022 e ognuno avrebbe il diritto di sposare e amare chi vuole.


Le due protagoniste (Michelle Krusiec e Joan Chen)


Un cast quasi completamente cinese voluto fortemente dalla stessa regista Alice Wu qui al suo primo film. La donna di origini taiwanese ha puntato molto sull'intero cast semi-sconosciuto a parte Joan Chen grande amica della Wu e pronta a tutto per far vedere di che pasta sia fatta. La regista esponente del movimento LGBT, ha voluto fortemente che la storia d'amore tra due delle protagonista sia stato fatta apposta per affrontare la tematica dell'amore lesbico non molto accettato dalla famiglia, e infatti rimasto segreto per gran parte del film. Un vero esempio di come si dovrebbe affrontare una tematica del genere ormai a mio parere normale nel 2022, ma non per tutte le comunità. La regista è stata anche molto incisiva nel puntare sul rapporto madre figlia, sul modo di vivere di noi giovani con i genitori che usano la loro severità per a volte contrastare i figli nell'intento di educarli a loro immagine e somiglianza.


La regista Alice Wu (la seconda da sx) con le tre protagoniste


Cosa dire della Chen, un attrice che molti sottovalutano probabilmente anche perché è più conosciuta in Cina che nel resto del mondo nonostante lavori da anni nel cinema americano, e ha lavorato con grandi registi come David Lynch e Bernardo Bertolucci per citarne due. L'attrice è riuscita a dare l'impronta della madre nell'originale severa, ma che in realtà ha la stessa paura della figlia, essere se stessa. La paura che tutti sappiano che è rimasta incinta da uno sconosciuto invece che infischiarsene e vivere la propria vita, che grazie alla figlia ritornerà a a credere di più in se stessa.


Wil e Vivian


Proprio sulla giovane protagonista vorrei soffermarmi, la paura di rivelare a tutti di essere gay e lasciarsi andare con la sua amata fa della sua interpretazione una buona sostanza. Sto parlando di Wil e Vivian, e sappiamo poco delle loro interpreti: Michelle Krusiec e Lynn Chen, entrambe purtroppo le abbiamo perse di vista ed è da tanto che non le si vede al cinema, anche se la Chen è tornata alla ribalta con la serie tv Grey's Anatomy. Ma detto di questo entrambe hanno dalla loro parte innocente il vero emblema del film, la loro storia romantica rimane bloccate per colpa dei commenti altrui e questo è l'argomento che risalta di più tra loro. Le due attrici all'epoca poco più che ventenni, si sono ritrovate ad un bivio dove l'unica va di uscita è essere se stesse, ma non è sempre facile anche dipeso dalla famiglia.

Avrei tanto da dire sulla famiglia Pang, la solita famiglia all'antica con i pregiudizi di chi deve criticare e basta. Ma nel film riusciamo anche a capire che anche i più severi come il capo famiglia che butta fuori casa la figlia solo per non avere un marito che possa prendersi cura di lei e del figlio, capisce che anche lui da solo non può stare. Ma del resto lo scudo che ci mettiamo noi davanti, lo facciamo per nascondere le nostre insicurezze. Pensavo che il terzo millennio facesse scomparire il modo di pensare di certe persone che siano la famiglia o i cosidetti amici, ma capisco che a volte le tradizioni come quelle cinesi ma nel resto del mondo ed in certe famiglie non cambieranno mai.

Tornando al fatto che la regista ha voluto fortemente per il suo esordio un cast perlopiù cinese, è anche per far vedere come la comunità asiatica possa convivere con il mondo occidentale come gli Stati Uniti, e si capisce che non tutti si sono abituati alle abitudini diverse e infatti cercano di vivere perlopiù tra loro forse anche perché la paura di potersi mettere a confronto con nuove realtà può far storcere il naso e siamo comunque nel 2004. Brava la Wu nonostante l'esordio a costruire la sua idea di diversità, e non farla pesare che è la cosa più importante.


Il compositore Anton Sanko


Anche per la colonna sonora c'è un personaggio molto distante dal cinema mondiale e conosciuto per lo più per le serie tv come Master of Horror e generi vari, stiamo parlando di Anton Sanko. Il compositore originario di New York alla sua prima commedia ha voluto unire una musica romantica a qualcosa di alternativo, un sound lento ma anche vivace per far capire il genere di cui si parla e fare uscire tutti i segreti al pettine.






E anche per oggi è tutto, ci vediamo alla prossima recensione sempre su Recensione Film I Il cinema è arte.


di Giacomo Fantini Voto: 2,95 di 5

30 Agosto 2022

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