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Pinocchio Di Guillermo del Toro

  • Immagine del redattore:  Giacomo Fantini
    Giacomo Fantini
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 6 min

2022 - Animazione/Musical - 1h 54m


Regia: Guillermo del Toro e Mark Gustafson


Cast: Ewan McGregor, David Bradley, Gregory Mann, Burn Gorman, Ron Perlman, John Turturro, Finn Wolfhard, Cate Blanchett, Tim Blake Nelson, Christoph Waltz, Tilda Swinton

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TRAMA:

Durante il periodo del fascismo in una cittadina italiana un vecchio falegname piange da anni la perdita del figlio, morto anni prima durante i bombardamenti della Grande Guerra. Per porre fine a questa sofferenza costruisce un burattino che durante la notte incredibilmente prende vita.


RECENSIONE:

Presentato al BFI London Film Festival e vincitore dell'Oscar per il miglior film d'animazione, è una versione molto diversa dal classico di Carlo Collodi che eravamo molto abituati a vedere fino a ora dove le varie sfaccettature dei personaggi che fino a ora non ne avevamo alba sono state raccontate allegramente. Nonostante la storia sia ambientata durante il periodo del fascismo, il noto regista messicano ha cercato di prendere spunto sempre dal romanzo per bambini di Collodi del 1883, ma a differenza dei suoi colleghi ha voluto prendere anche spunto da altri lungometraggi sul noto burattino di legno come Un burattino di nome Pinocchio del 1971 usando la sua grande maestria che lo ha sempre contraddistinto, riuscendo a realizzare una pellicola d'animazione in stop motion (passo uno) diversa dal solito classico Disney e altri ancora, ricevendo contranstanti recensioni ma apprezzando la storia e i personaggi.

Geppetto e il burattino Pinocchio
Geppetto e il burattino Pinocchio

Finalmente l'esistenza di un figlio del nostro amato Geppetto ha un nome, il ragazzino il cui nome è Carlo muore durante un bombardamento non preventivato durante la Grande Guerra mandando in depressione il povero falegname e portandolo a l'alcolismo. Diciamo che un inizio peggiore di così non poteva starci, perché il ragazzino era vispo e portava grande allegria, ecco il perché il burattino è molto simile al ragazzino anche se questa versione di Pinocchio non lo trovata così perfetta come ero abituato, se quelli visti fino a ora sembravano appunto ragazzi veri questo è proprio un burattino anche incompiuto già che il falegname non gli ha messo ne un cappello ne un vestito, è puro legno di pino e basta oltre che avere un carattere molto più rompiscatole delle altre versioni viste fino a ora, senza una vera coscienza, diversa questa versione di Geppetto che sembra per le facenze e il carattere al nonno di Heidi anche se la presenza del burattino lo riporterà all'allegria che aveva prima della morte del figlio amato.

Il grillo Sebastian che nella versione originale è doppiato da Ewan McGregor
Il grillo Sebastian che nella versione originale è doppiato da Ewan McGregor

Abituati a vedere un grillo molto piu animato questa volta del Toro con il suo stile dark e gotico ha creato una versione del grillo parlante più reale a un grillo in carne e ossa, più animale che animato oltre a cambiargli il nome in Sebastian e renderlo un romanziere in cerca di una storia da raccontare. Un grillo molto tranquillo e più cosciente di essere un animale con un anima che ha bisogno di raccontare la sua storia, per la prima volta il grillo avrà a che fare più con Geppetto che con Pinocchio come a voler significare che anche il falegname ha bisogno di una coscienza con cui condividere la sua vita, una spalla con cui confidarsi.

Il conte Volpe sostituisce Mangiafuoco
Il conte Volpe sostituisce Mangiafuoco

Una storia diversa anche negli eventi dove questa volta i due ladruncoli come il Gatto e la Volpe vengono sostituiti da due nuovi personaggi ma che alla fine nella storia hanno un richiamo alla versione che siamo abituati a vedere ovvero il conte Volpe e il suo animale da compagnia Spazzatura, una scimmia ammaestrata molto furba e vivace che inizialmente è antipatica e stupida ma si rivela infine dolce che per la paura di essere maltrattata dal conte ubbidisce a lui per poi rivoltarsi contro una volta capito veramente le sue intenzioni. Il personaggio del conte Volpe è una sorta di combo tra Mangiafuoco e la Volpe, l'uomo è un burattinaio proprietario di un circo di paese che prende Pinocchio con se per usarlo come fenomeno da baraccone e poi aproffitarsene. Una persona avida e perfida che schiavizza i suoi burattini e che in realtà non porta affetto per nessuno dei suoi lavoratori, qua del Toro ha voluto cambiare le carte in tavola mettendo al centro della trama questi nuovi personaggi ma usando l'anima dei personaggi originali.

Il rapporto d'amicizia tra Pinocchio e Lucignolo
Il rapporto d'amicizia tra Pinocchio e Lucignolo

La mancanza del Paese dei Balocchi non fa sentire la sua mancanza ma viene sostituito da un campo di addestramento per giovani ragazzi che poi avrebbero dovuto unirsi ai militari in guerra per la patria. Tra i bambini c'è Lucignolo, che questa volta non è il solito ragazzo maleducato e bugiardo ma un ragazzo in cerca dell'amore del padre, che è il Podestà del paese ed un uomo severo e senza cuore che pensa che il figlio sia un debole senza coraggio. Tra il bambino e il burattino si instaurerà una bella amicizia nonostante i primi attriti, anche se alla fine il ragazzo dovrà decidere se risparmiare il burattino dopo un ardua gara e obbedire al padre, oppure obbedire a se stesso e cosa lui voglia veramente. Questa volta nessuno dei bambini diventa asino da vendere ma farli addestrarli per portarli in guerra è come venderli al nemico.

La Morte sostituisce la fata turchina
La Morte sostituisce la fata turchina

Nessuna fatina dai capelli turchini ma due figure simili come lo spirito del bosco simile a un angelo biblico, e la Morte simile a una chimera. Entrambe due figure risalenti alla mitologia sia norrena per cuanto riguarda la prima e alla mitologia romana per la seconda, soprattutto la seconda è un richiamo alla immortalità del burattino che non potendo mai morire deve capire che vivrà una vita triste vedendo i suoi affetti più cari morire. Il burattino dovrà capire se vale la pena vivere da immortale oppure diventare vivo e vivere una vita da normale essere umano anche se umano non lo sarà mai già che questa volta Pinocchio non diventa un bambino vero è questa variante della storia non lo apprezzata già che ero abituato alle versioni viste e che ero sempre legato. Diverso è il ruolo della "fata", dimenticatevi la Fata Turchina vista nei precedenti film, quella vista in questa versione è quasi una divinità biblica che sembra quasi a voler insegnare a Pinocchio come funziona la vita che a come diventare un bambino vero, e questa volta neanche li rivela come diventarlo ma anzi concede al grillo un desiderio se riuscirà ad insegnare al burattino come diventare educato e posato.

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Dimenticatevi il paesino fiorentino che tutti ricordavamo ma sembra più fedele a un paesino tipico della cultura sudamericana che italiana proprio per avvicinarsi al regista di Guadalajara. Un paesino immerso nel fascismo dove anche troviamo in una scena Benito Mussolini che verrà preso in giro da Pinocchio e i burattini tanto da bruciare il circo del conte Volpe e sparare al protagonista (che comunque torna in vita), un mondo che rispecchia il periodo del tempo durante la seconda Guerra Mondiale tra povertà e paura del domani.

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La grande regia di Guillermo del Toro si vede eccome, il suo stile gotico ha cambiato il da farsi del film con toni più cupi ma la storia del burattino che cerca la sua identità resta, anche quando salva il padre e il Grillo dalla pancia del pescecane sapendo bene come fare, e quando preferisce scappare con i burattini per non essere un peso al padre e lavorando con il crudele conte Volpe per poi capire di essere stato raggirato dall'uomo, e la canzone Ciao papà lo fa capire eccome, una sorte di arrivederci. Il regista certamente fa capire che la vita a un certo punto finisce e Pinocchio vede la morte del padre, del grillo e dello stesso Spazzatura per poi cavarsela da solo, un insegnamento cupo ma che fa riflettere. Il regista messicano ha voluto con se anche un ricco cast di doppiaggio tra cui Ewan McGregor, Cate Blanchett, John Turturro e Tilda Swinton tra i più noti per enfatizzare al meglio ogni personaggio come si deve, e che rispecchia una storia in parte triste ma anche riflettiva e non il solito film d'animazione che fa felici i bambini.

I registi Guillermo del Toro e Mark Gustafson dopo la vittoria dell'Oscar
I registi Guillermo del Toro e Mark Gustafson dopo la vittoria dell'Oscar

Anche per questa recensione è tutto ci vediamo alla prossima recensione sempre su Recensioni Film I Il cinema è arte.


di Giacomo Fantini Voto: 2,9 di 5

26 Ottobre 2025

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