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Pinocchio

  • Immagine del redattore:  Giacomo Fantini
    Giacomo Fantini
  • 4 ott
  • Tempo di lettura: 7 min

2002 - Fantasy/Commedia - 1h 45m


Regia: Roberto Benigni


Cast: Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Mino Bellei, Carlo Giuffrè, Beppe Barra, Franco Javarone, Max Cavallari, Bruno Arena, Corrado Pani, Kim Rossi Stuart, Luis Molteni

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TRAMA:

In un piccolo villaggio italiano, un vecchio falegname si trova sulla porta di casa un grosso tronco d'albero dopo essere stato animato da un farfalla grazie a una Fata, e decide così di costruirci un burattino e lo chiama Pinocchio. Questo burattino è un tipetto molto dispettoso e comincia a creare disguidi nella cittadina e questa è la sua storia.


RECENSIONE:

Presentato al Palm Springs International Film Festival e voluto fortemente da Benigni che è sempre stato amante di Carlo Collodi, e ovviamente preso dal romanzo per bambini Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino del 1883 dello scrittore fiorentino ma il regista toscano ha fatto tanti cambiamenti alla sceneggiatura facendo infuriare tanto i fan che si aspettavano qualcosa di originale visto il successo del capolavoro realizzato anche dalla Disney, che comunque si salva per la scenografia e la colonna sonora vincendo 2 David di Donatello su 6 candidature. Sono sincero mi aspettavo molte caricature sul film da parte del regista ma non pensavo che si distaccasse molto da quello che era veramente la storia del burattino parlante, deludendo le attese nonostante comunque la comicità di Benigni rimane sempre.

Roberto Benigni nei panni di Pinocchio
Roberto Benigni nei panni di Pinocchio

Inanzitutto volevo precisare che nonostante l'uso degli effetti speciali la differenza tra Pinocchio burattino e quando diventa un ragazzo vero non c'è distinzione, sembra Benigni con un costume di carnevale, la sua mimica è sempre quella che lo ha contraddistinto da sempre, che fa ridere ma anche sbandare molto. Nel interpretatare comunque un burattino con le sembianze di un bambino è troppo infantile a volte anche petulante, e questo è stato troppo accentuato dall'attore premio Oscar dimenticando il personaggio di Pinocchio. Troviamo un burattino più monello del solito fin da l'inizio che porta casini in tutta il paese per poi lasciare che il vecchio padre si prenda la colpa, che anche troppo buono comunque lo perdona. La scena della creazione di Pinocchio è stata molto modificata da Benigni da come me lo ricordavo, con il povero Geppetto che si trova a costruire il burattino perché trova un grosso tronco d'albero davanti alla sua casa per chissà quale magia, e non perché voleva costruire un burattino che sembra per avere un figlio inoltre Pinocchio comincia a parlare da subito e non perché lo anima la Fata, e questo secondo me è stato un errore perché se il burattino parla a grazie alla magia della stessa donna e non perché lo ha voluto il destino, era la magia della Fata che faceva incantare i bambini e questo è stato malgrado modificato.

La Fata Turchina (Nicoletta Braschi)
La Fata Turchina (Nicoletta Braschi)

Chi ha seguito la lunga carriera del regista e artista toscano sa della collaborazione di lunga data con la moglie Nicoletta Braschi che da quando ho alba ha sempre partecipato alle pellicola del marito come attrice e produttrice. Questa volta la donna interpreta la Fata Turchina, finalmente con le sembianze della fata originale dai capelli turchini e non la versione della Disney. La dolcezza naturale della donna ha portato allegria alla pellicola come una sorte di angelo custode per il burattino proteggendolo dagli imbroglioni che volevano ingannarlo, anche se questa volta è una versione molto diversa da quella che pensavo, accompagnata dal suo inseparabile cocchiere Medolo, un uomo con le sembianze di un cane che guida una carrozza trainata da topini bianchi, un particolare voluto da Benigni stesso per dimostrare il potere magico della fatina. Una cosa un po' strana ma particolare che comunque è piaciuta, la donna ha insegnato al burattino cosa vuol dire essere un bravo bambino e cosa è la differenza tra il bene e il male, anche se in questa versione è vista più come una maestra che una fatina ma va bene comunque.

Pinocchio e suo padre Geppetto (Carlo Giuffrè)
Pinocchio e suo padre Geppetto (Carlo Giuffrè)

Sicuramente la figura del padre Geppetto è una cosa fondamentale nel film e Benigni ha deciso di puntare sul napoletano Carlo Giuffrè che di più rispecchiava la figura del dolce falegname, un padre buono ma ingenuo che perdona tutto al figlio nonostante le burla che gli porta. Un uomo anziano con il parrucchino, cosa che non pensavo potesse funzionare ma che comunque il regista ha azzeccato molto diverso da come c'è lo aspettavamo, un uomo molto rispettato in paese che non vuole invecchiare e che ancora oggi non sappiamo veramente la sua vita, il perché non abbia moglie e figli, e cosa in realtà lo porti a costruire il burattino. Dimentichiamoci la casa piena di orologi a cucù della Disney ma una casa spoglia e tipica dei paesini di una volta, l'uomo è da solo senza nessuno e il burattino gli fa compagnia già che in questa pellicola non c'è traccia ne del gatto Figaro e ne della pesciolina Cleo che invece Walt Disney aveva messo per creare simpatia al vecchio, avrei voluto che il regista mettesse più in evidenza la storia del falegname.

I Fichi d'India sono il Gatto e la Volpe
I Fichi d'India sono il Gatto e la Volpe

Sarebbe stato troppo sbagliato se Roberto avesse realizzato la stessa storia della Disney perché non sarebbe da se, ma tra tutti i personaggi sicuramente molte differenze le ha messe. Se la figura di Mangiafuoco è quella del padrone che schiavizza i suoi burattini per poi mangiarli, cosa molto strana e poi della sua figura vediamo ben poco ma vedremo che non è così cattivo come sembra anzi si addolcisce quando ascolta la storia triste del burattino, non passa inosservato la figura del Gatto e la Volpe. Due imbroglioni che poi sono stati costruiti male e non come gli ricordavo, certo che a tutti gli italiani manca un duo come i Fichi d'India che hanno fatto ridere un sacco di spettatori. Bruno e Max sono stati due comici nati, sempre in empatia tra loro e qui non c'è differenza tra uno e l'altro, con Bruno che non sembra affatto una volpe e Max non sembra un gatto ma due barboni burloni che convincono Pinocchio a pagarli la cena con i pochi soldi che il burattino ha, e che c'è un campo dove crescono i soldi. I due ladruncoli fanno ridere perché conosciamo la loro comicità ma a volte esagerano e la loro storia è stata molto modificata da Benigni già che non vendono il burattino a Mangiafuoco come era raccontato e anzi cercano di impiccarlo per rubargli i pochi denari che ha, una versione diversa ma che i due comici sono riusciti a portare per fare della loro interpretazione qualcosa di cui far ridere, diciamo che nessuno ruba la scena a l'altro.

Pinocchio trova la casa della Fata
Pinocchio trova la casa della Fata

Come avevo già detto la scenografia è stata costruita bene con il paesino che anche se non si vede si capisce che stato realizzato sulle sembianze di un paesino della Toscana, e l'esempio de l'Osteria del Gambero Rosso dove il Gatto e la Volpe cenano con Pinocchio è molto chiaro dove sia ambientato il film. Sembra un paesaggio incantato ma anche molto strano con la casa della Fata Turchina che sembra una chiesa che una vera casa, ma le pianure toscane fanno da cornice al film, e qui il regista ha ragionato bene già che ha costruito il film sulla base di una bella ambientazione scenica.

Pinocchio con Lucignolo diventato ormai un asino
Pinocchio con Lucignolo diventato ormai un asino

Quello che non c'entra secondo me ed è stato messo in scena per ancora non so cosa è il paese di Acchiappacitrulli di cui vedremo ben poco, e che Pinocchio finisce li solo per essere un citrullo ma che poi alla trama non serviva. Se c'è un personaggio descritto malamente è il Grillo Parlante che peggio di così non si poteva fare già che non ha le sembianze di un grillo e qui ritorniamo agli effetti speciali usati male e che questa volta non è servito a fare da coscienza al burattino che era il suo obbiettivo personale già che è stato messo li per dare suggerimenti ma che in realtà da più aiuto la Fata che il grillo.

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Anche se si vede male perché è l'unica foto che sono riuscito a trovare questo è il Paese dei Balocchi, che più che il famoso paese dove i bambini monelli volevano andare per poi diventare asini, non sembra un vero paese ma un sagra di paese oppure un circo. Costruito come peggio non potevano, se mi ricordo come era stato creato da Disney e me lo ricordavo meglio. Possiamo salvare il personaggio di Lucignolo che un giovane Kim Rossi Stuart, che veniva dal successo di Fantaghirò ha portato il personaggio del ragazzo monello simile a un ladruncolo di paese ma molto sveglio che inganna Pinocchio ma li vuole bene infondo, e che poi trasformato in asino farà una brutta fine rattristendo il burattino che comunque aveva stretto una buona amicizia, comunque l'attore romano al tempo agli inizi della sua carriera ha portato un Lucignolo ben diverso dalla versione della Disney che non vuole prendere per i fondelli nessuno ma solo divertirsi e non pensare a lavorare.

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Proprio non ci siamo con gli effetti speciali già che la scena in cui Pinocchio finisce nella pancia della balena per salvare il padre, prima cosa non esiste la balena ma è diventato un pescecane o uno scualo ma sembra costruito con la plastelina peggio di un cartonato costruito da un bambino per un esercizio scolastico, e che poi se l'obbiettivo era far diventare il burattino un ragazzo vero mandandolo a scuola e facendolo comportare bene, e il farsi voler bene senza chiedere niente in cambio, Benigni invece ha pensato che farlo lavorare per aiutare il padre stanco fosse il giusto modo per diventare un bambino vero, non era secondo me quello che Collodi volesse raccontare. Meno male che il regista toscano ha voluto fortemente come compositore per la colonna sonora il bravo Nicola Piovani, suo grande collaboratore che ha dipinto una favola nota come questa con melodie apposite vincendo anche il Nastro d'Argento e dove lo stesso Benigni ha contribuito cantando una delle canzoni.

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Anche per questa recensione è tutto ci vediamo alla prossima recensione sempre su Recensioni Film I Il cinema è arte.


di Giacomo Fantini Voto: 2,7 di 5

4 Ottobre 2025

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