Pinocchio
- Giacomo Fantini

- 26 set
- Tempo di lettura: 6 min
1940 - Animazione/Fantasy - 1h 28m
Regia: Hamilton Luske e Ben Sharpsteen
Cast: Dickie Jones, Cliff Edwards, Christian Rub, Evelyn Vanable, Walter Catlett, Mel Blanc, Charles Judels, Frankie Darro

TRAMA:
In un piccolo paese di montagna vive un anziano falegname di nome Geppetto, un giorno costruisce un burattino che è fatto talmente bene che sembra vero e lo chiama Pinocchio. Non avendo figli esprime il desiderio di averne uno tutto suo, e così una notte appare la Fata Azzurra che da vita al burattino dicendoli che se avrebbe imparato a fare il buono sarebbe diventato un bambino vero ed è li che ha inizio la sua storia.
RECENSIONE:
La pellicola presa direttamente dal romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino pubblicato nel 1883 da Carlo Collodi fu uno dei maggiori successi della Disney vincendo anche 2 premi Oscar, anche se inizialmente fu un fiasco alla sua uscita nelle sale ma negli anni divenne un cult e ancora oggi molti registi decidono di svilupparne varie versioni con grande successo. Rimango ancora sbalordito del grande successo che ebbe al tempo anche perché questo grande classico d'animazione, che fu anche il secondo lungometraggio della casa disneyana, uscì nei cinema in distribuzione limitata per via dello scoppio della II Guerra Mondiale che purtroppo non riuscì a portarlo al successo immediato. Il romanzo dello scrittore toscano ancora oggi rimane uno dei libri per bambini più famosi della storia anche per le sue tematiche sull'amicizia e soprattutto quella di dire sempre la verità e non le bugie che nella storia del burattino divenne il tema principale.

Se non fosse di legno sembrerebbe vero già che Geppetto lo ha costruito veramente bene con quel cappellino e la piuma proprio chiaro riferimento al cappello degli alpini essendo ambientato in Italia dopotutto, senza contare quel farfallino blu e le bretelle come un vero bambino del tempo dagli occhi blue, il personaggio è stato costruito molto bene per l'animazione del tempo che essendo ancora nei primi anni 40 eravamo ancora agli inizi del cinema, ma la bravura di Walt Disney fece fare dei grandi passi avanti all'azienda nel campo dell'animazione. E che dire probabilmente del protagonista secondario del film che se non fosse per Pinocchio sarebbe sicuramente lui stesso il protagonista, stiamo ovviamente parlando del Grillo Parlante incaricato di fare da coscienza al burattino anche se non sempre come credeva. Un grillo divertente e saggio, un grande compagno di viaggio che ancora oggi rimane la miglior spalla di sempre, è a volte severo con Pinocchio perché il burattino si fa ingannare troppo facilmente ma è nelle sue qualità che trova il modo di farsi ascoltare dal burattino.

E arriviamo al protagonista più importante della storia senza il quale non ci sarebbe la storia, il personaggio del falegname Geppetto è quello che tutti i figli vorrebbero come padre. Il vecchio falegname è di una bontà d'animo enorme, un uomo dal cuore di panna. La sua storia è molto nascosta, diciamo che almeno nella versione Disney non abbiamo alba di chi sia lui o perché non abbia figli, sappiamo solo che è un bravo falegname e che la sua casa è la tipica casetta di montagna dove è tutto costruito in legno con dei bellissimi orologi a cucù, e dive ti giri vedi una sua opera. L'uomo è solitario se non fosse per i due animali da compagnia come il gatto Figaro e la pesciolina Cleo, altri due personaggi costruiti molto bene con il caranissimo gattino che ancora oggi lo vorrei stringere forte forte, non ho mai capito il perché la Disney non abbia voluto raccontare qualcosa di più sul famoso falegname.

Poi certamente la favola di Pinocchio ha ancora più fascino grazie anche alla Fata Azzurra, anche se tutti noi l'abbiamo conosciuta come la Fata Turchina anche se in questa versione la donna è bionda e non la fatina dai capelli blu turchini. La donna che ha le sembianze dell'attrice Marilyn Monroe, già al quel il grande Walt Disney ci aveva visto bene, e colei che da la vita al burattino ed è colei che lo vorrebbe trasformare in un ragazzo vero non prima di averli raccomandato di fare il bravo e di diventare un burattino obbediente e buono, anche se l'incarico della sua coscienza non è alquanto una cosa semplice, la fatina dei desideri più amata ancora prima di Trilli.

E arriviamo ai due imbroglioni più iconici del film, il Gatto e la Volpe anche se nella versione disneyana è più la Volpe ( con le sembianze di un uomo di grande importanza a fare da padrone) che il Gatto, che invece non parla e anzi serve a poco, molto più simile a un barbone di paese. I due imbroglioni che non fanno altro che rubare i soldi della gente, mettono in seria difficoltà il burattino prima vendedolo al burattinaio crudele Mangiafuoco, un omone con le sembianze di Luciano Pavarotti (probabilmente Disney al tempo pensava a un omone di grande impatto anche se il tenore era appena nato al tempo per essere fonte d'ispirazione), e dopo servirlo in pasto al Paese dei Balocchi dove neanche loro sapevano cosa nascondesse. I due farabutti sono stati costruiti altrettanto bene, la Volpe fa da comando al compare che non spiccica una parola e subisce i suoi ordini, e purtroppo il burattino si fa abbindolare dalle loro parole non sapendo cosa andava incontro solo per non andare a scuola e diventare famoso, per fortuna che c'è il Grillo Parlante con lui; e come dirà una famosa canzone di Edoardo Bennato del 1977 proprio sui due brutti ceffi "di noi ti puoi fidar". Non ci sono altre caratteristiche su di loro, i registi non si sono voluti soffermare tanto ma solo a metterli come truffaldini.

La pellicola fu anche la prima ad avere dato movimenti realistici a cose come pioggia, fumo, acqua, veicoli diventando così il primo classico Disney a fare tale cosa dando anche inizio a una sorta di innovazione per la casa disneyana che nessun lungometraggio d'animazione aveva fatto fino a ora, peccato che per colpa della guerra molti spettatori se ne accorgeranno molti anni dopo essersi ripresi da quel dramma mondiale. Nella foto troviamo il Paese dei Balocchi, ovvero quel paese sperduto in mezzo al mare simile a un luna park dove è concesso fare qualunque cosa senza regole, dove i bimbi più svogliati entrano e non fanno più ritorno a casa, sembra una cosa un po' macabra per l'epoca ma purtroppo Collodi voleva dare significato che le regole sono state fatte per essere rispettate e chi non lo fa rimane ignorante.

La pellicola è famosa per due cose in particolare: Pinocchio che dice le bugie e gli si allunga il naso, e Lucignolo che diventa un asino in carne e ossa per essere stato disonesto. Beh diciamo che la diceria di non dire le bugie seno ti cresce il naso è diventata in uso da dire ai bambini, ma al tempo faceva rebrezzo. Questa cosa è stata costruita bene con il burattino che imparò la lezione di non mentire più; cosa più complicata per la seconda, dove nel Paese dei Balocchi i bambini diventano asini e venivano venduti, cosa molto macabra per l'epoca ma era un modo per far capire che non andare a scuola faceva diventare degli asini, e Lucignolo, che nel film viene rappresentato come un bambino che se ne frega di tutto e che fa amicizia con il burattino anche prendendosi gioco del Grillo Parlante e per questo poi se ne pentirà.

La scenografia è tutta studiata già che si dice che lo stesso Walt Disney passò una settimana in Italia sulle Alpi friulane per visionare lui stesso l'ambientazione del film secondo i racconti di Carlo Collodi, immaginando il tipico paesino montano dove la notte tranquilla ospita la casetta di mastro Geppetto, e la stella dei desideri illumina la notte sulle note di Una stella cade (vincitrice del Oscar per la miglior canzone), un paesino tranquillo dove c'è calma piatta. Devo essere sincero un paesino così mi da tristezza, ma la Disney ci ha abituato a tanto altro ancora.

Tra le scene iconiche del film c'è quella in cui Pinocchio e Geppetto fuggono dalla pancia della balena dove l'uomo era stato inghiottito ed era rimasto li per mesi in attesa che qualcuno lo salvasse, una scena costruita per dimostrare il rapporto tra il burattino e il padre che è diventato intenso, con il protagonista che ha fatto del suo coraggio l'intuizione per salvare il padre da morte certa. Ed era quello che la Fata Azzurra e il Grillo Parlante volevano per farlo diventare un ragazzo vero.

di Giacomo Fantini Voto: 2,9 di 5
26 Settembre 2025






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