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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

Per Qualche Dollaro In Più

1965 - Western/Drammatico - 2h 12m

Regia: Sergio Leone

Cast: Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Gian Maria Volontè, Mara Krupp, Luigi Pistilli, Klaus Kinski, Josef Egger, Pands Papadopoulos, Benito Stefanelli, Roberto Camardiel, Aldo Sambrell, Luis Rodriguez, Tomas Blanco, Lorenzo Robledo, Sergio Mendizabal, Dante Maggio, Diana Rabito, Giovanni Tarallo, Mario Meniconi, Mario Brega


Nel Nuovo Messico, un cacciatore di taglie detto il Monco per via che usa sempre la mano destra e la sinista la usa solo per sparare, e l'ex colonnello dell'esercito ora anche lui cacciatore di taglie, Douglas Mortimer, si uniscono per catturare e uccidere El Indio, un famoso fuorilegge messicano appena fatto uscire di prigione dai scagnozzi della sua banda criminale, e pronto a rapinare la banca di El Paso detta la più impenetrabile del paese.


Secondo capitolo della Trilogia del Dollaro, è la conferma che il western all'italiana sta avendo il suo successo, guadagnandosi ormai il plauso di chi dubitava che un genere così diciamo nuovo per noi italiani potesse far successo anche negli Stati Uniti. Una storia molto più misteriosa e diciamo anche avventuriosa del primo capitolo dove si cercava di far la conoscenza degli elementi del western.


Clint Eastwood e Lee Van Cleef


Il padre del western all'italiana, Sergio Leone, non si è posto più limiti con questo film, allungando inanzitutto la durata della pellicola e mettendo molti più personaggi anche secondari che hanno risposto presente e hanno contribuito a fare il successo della pellicola. Devo essere sincero che il primo capitolo rimarrà qualcosa di unico ma questa nuova storia, è la giusta pietra per dare continuità alla Trilogia, e renderla molto accativante.

Inanzitutto vorrei fare i complimenti agli scenografi che hanno scelto un posto così meraviglioso come il Nuovo Messico, che in mezzo alle Montagne Rocciose e al suo panorama meraviglioso porta anche quel senso di western che serve per un film del genere. La cittadina di El Paso fa da recinto per l'intera storia (anche se la pellicola è stata girata a Castelfranco in Miscano in Campania, dove la troupe ha ricreato la cittadina di El Paso), è il tipico paesino del Far West dove tra poche case e taverne, è l'enfasi della storia. Una cittadina quasi bella quanto quella del primo capitolo ma molto più al centro di tutto, e dove il cuore pulsante è la banca considerata inpenetrabile. Devo dire che come banca, è stata realizzata molto più moderna del tempo in cui è ambientata la storia, e non sembra almeno per quanto ho percepito una banca di inizio '800.


La banca di El Paso


Molto interessante far vedere la desolazione intorno a questa città fatta di pochi abitanti e nulla più, dove è il covo della banda criminale protagonista del film. La differenza con la città del capitolo precedente è che finalmente è un tema costante del film dove sono molto più mostrate le taverne. I famosi duelli uno contro uno tra i protagonisti sono l'elemento portante del film come deve essere in un western che si rispetti, e che vedere chi spara per primo tipo in stile slow-motion è una cosa veramente incredibile, ti sembra di essere tu stesso uno dei due duellanti, e il regista era l'obbiettivo che voleva proporre. Da notare come in questa storia ci sia quel pizzico di mistero che mancava nel primo capitolo o era solo abbozzato, dove non sai veramente quanto si possa spingere il protagonista per trovare il criminale, e quanto il criminale riesca a trovare il modo di scappare anche all'ultimo avendo sempre un asso nella manica.


Sergio Leone, Lee Van Cleef e Clint Easwood in una pausa sul set


Sul ruolo di Clint Eastwood non ho parole, è incredibile come riesca a interpretare il ruolo nel miglior modo possibile, e essere un tuttuno con il personaggio. Certo è molto simile al personaggio intepretato nel primo capitolo, senza nome e passato che cerca il criminale per ucciderlo e intascarsi la somma di denaro. Un vero cacciatore di taglie, da gli occhi penetranti e con un coraggio da leone, per un attore che già stava facendo vedere di che pasta era fatto. Poi certo potremmo soffermarci sul perchè ancora una volta non si sa il suo vero nome, o il suo passato ma questo passi anche perchè quando l'attore originario di San Francisco tira fuori la pistola è uno spettacolo vederlo. E finalmente decide di non lavorare da solo.

Già perchè se Eastwood è l'elemento portante del film lo è anche Lee Van Cleef, l'attore che meglio impersona il genere western forse dopo John Wayne. Dagli occhi da fare tipo minaccioso tanto che all'inizio credevo fosse lui il cattivo, che invece si rivela essere la parte mancante di Eastwood cioè la mente. A differenza del suo collega, riesce sempre ad essere un passo avanti a lui, nel trovare la scelta più giusta per colpire e non partire in quarta. La parte del cacciatore di taglie ma più curato, che sembra quasi un cecchino moderno per il modo in cui prepara i piani, ottima la scena dove dalla sacca che aveva con se tira fuori quattro diversi fucili è sbalorditiva. Serviva lui per dare quel salto in più al personaggio di Eastwood, che da solo non c'è l'avrebbe fatta questa volta. Da notare anche il modo in cui esce dalle situzioni più pericolose, in maniera tranquilla come se non avesse paura di niente, scopriremo poi anche il suo lato dolce, che non sembrava all'inizio.


Il criminale El Indio


E se eravamo compiaciuti dal personaggio di Ramón Rojo, questa volta Gian Maria Volontè ha tirato fuori il meglio di sè, con il personaggio del criminale El Indio, pazzo e sadico oltre che crudele, sembra il joker per la cattiveria e la pazzia con cui crea i suoi piani. Poteva interpretare solo lui il capo banda, geniale come decide di rapinare la banca di El Paso e come riesce a scappare dalle trappole non venendo mai braccato. Credo che l'attore torinese abbia voluto capire al meglio il suo personaggio e creare un criminale diverso dal normale, e non solo il solito nemico da strapazzo. Poi il modo in cui costruisce i duelli ha classe, con un carillon che quando smette di suonare uno dei due duellanti deve sparare per primo. Il personaggio di El Indio a volte ha anche oscurato la figura del Monco, per il modo in cui agisce, un orgoglio per il cinema italiano.

Un attenzione va anche data a Josef Egger, il vecchietto strampalato che nel primo capitolo era il personaggio di Piripero, e ora una specie di profeta, riesce sempre a conoscere tutti e a dare grandi consigli in questo caso al Monco; e tra i membri della banda c'è anche un certo Klaus Kinski, allora sconosciuto ma che negli anni successivi diventerà l'attore feticcio del regista tedesco Werner Herzog, non che uno dei migliori attori tedeschi. La classe di Kinski qui nel ruolo di Wild, più pazzo del suo capo tanto che secondo me se non ci fosse stato Volontè, credo che fosse stato lui l'antagonsita, porta quella cattiveria strampalata bellissima che si vedrà anche in altri personaggi futuri.


Ennio Morricone nel 1965


La colonna sonora composta da una leggenda come Ennio Morricone, ormai collaboratore di Sergio Leone, che questa volta ha creato un tema molto simile al precedente ma molto più enpatico in certe scene. Dove c'era la scena importante oppure veniva trovato un elemento per lo svogersi della scena successiva, il compositore romano ha messo un suono che sembra quello di campanella per significare che qualcosa di nuovo era nell'aria. In poche parole un film esemplare che non è stato alla pari del primo, ma che ha dato il giusto seguito che serviva per l'anima della storia che è notevole e avvincente.


di Giacomo Fantini Voto: 3,35 di 5

16 Luglio 2021

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