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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

Oxford Murders - Teorema Di Un Delitto

2008 - Mistero/Thriller - 1h 48m

Regia: Álex de la Iglesia

Cast: Elijah Wood, John Hurt, Leonor Watling, Julie Cox, Jim Carter, Alex Cox, Burn Gorman, Dominique Pinon, Anna Massey

TRAMA:

Lo studente americano Martin arriva nella prestigiosa università di Oxford come viaggio-studio, dove insegna il professore di logica Arthur Seldom e di cui è un suo grande estimatore. Il primo incontro tra i due non è dei migliori, già che l'uomo umilia il ragazzo dopo che egli gli aveva detto che la realtà è il risultato della matematica. Quando però la proprietaria della casa dove lo studente ha preso alloggio viene trovata morta, inizia un susseguirsi di misteri che coinvolgerà entrambi.


RECENSIONE:

Primo film in lingua inglese per il regista spagnolo e vincitore di 3 premi Goya su 6 candidature, la pellicola è direttamente presa dal romanzo del 2003 La serie di Oxford dello scrittore e matematico argentino Guillermo Martínez di cui non avevo alba ma che ha riscosso molto successo soprattutto all'estero vincendo nel 2006 anche il Premio Mandrache, un famoso premio letterario spagnolo. La pellicola ha avuto un discreto successo sia in Spagna che nel resto del mondo, la curiosità era vedere il primo lavoro del regista girato fuori dalla sua terra natia e non nella sua lingua madre con star internazionali ma con la sua solita trama thriller e misteriosa, e che lo ha portato ad essere amato in Spagna, e che pochi o solo gli addetti ai lavori conoscono.

I due protagonisti (Elijah Wood e John Hurt)

Non avevo mai visto nessuna pellicola del regista spagnolo purtroppo e me lo avevano consigliato quando andavo all'università, sono rimasto molto incuriosito anche per il cast che ne faceva parte con da una parte un attore inglese di grande spessore tra i più iconici del Regno Unito, e dall'altra parte un giovane attore che al tempo veniva da un grande successo che lo ha reso famoso per quel ruolo e tutt'oggi è ricordato soprattutto per quello. Oltretutto avere la fortuna di girare un film tra le mura di una delle università più storiche del mondo, deve essere stato un grande onore per la carriera del regista, unita a una trama fondata sul mistero e sugli enigmi che mi affascina molto.

Un trio che nasconde segreti

Se parlando del compianto John Hurt, che più i giovani ricorderanno per il venditore di bacchette magiche Olivander nella saga di Harry Potter, attore versatile che nella sua carriera ha fatto ruoli di grande carattere e che gli è mancato solo l'Oscar per completare la sua già buona carriera. L'attore inglese ha voluto mettersi nelle vesti di un professore che combatte contro l'idea che la realtà non è soggetta alla matematica ma che attraverso stratagemmi si può svelare, il grande carattere inglese dell'uomo che senza scrupoli cerca la soluzione dei vari omicidi dietro uno sconosciuto killer mettendo la parte di un uomo sveglio ma che in realtà nasconde molto di più di quello che mostra, meschino e anche a volte pronto a farti fare la parte dello stupido. L'altro protagonista è uno studente straniero sempliciotto dallo sguardo magnetico e furbo, crede nella realtà attraverso l'uso della matematica e calcoli algoritmici. Martin, arrivato come uno normale studente in viaggio-studio per chiedere al famoso professore di fargli da relatore per la sua tesi, e invece si ritrova a dover risolvere un mistero di omicidi strani insieme proprio insieme allo stesso professore. Beh la fama dell'attore originario dell'Iowa fa da sé per essere stato il protagonista della Trilogia dell'Anello, ovvero lo hobbit Frodo Baggins che ricordiamo ancora oggi e che lo ha sempre accompagnato nella sua carriera, anche se dopo quel grande successo non riuscì sempre a ripetersi, in questa pellicola ha dato il meglio di se non con varie difficoltà in una storia diversa dai suoi ruoli passati.

La protagonista femminile Lorna (Leonor Watling)

In una storia di mistero c'è sempre la femme fatale che mette il pepe ovunque, e che il regista l'ha voluta accanto vista anche la sua vicinanza alla Spagna, l'unica del cast a non essere inglese. Pochi sanno chi è ma Leonor Watling è molto conosciuta in Spagna e dintorni, l'attrice di origine inglesi ha lavorato con registi come Almodóvar, dotata di quel sexy appeal spagnolo ha cercato di rappresentare la donna che mette molto in difficoltà il protagonista con cui inizia una relazione. Tra il suo personaggio, Lorna, e Martin c'è un attrazione sessuale e sentimentale ma la donna nasconde un passato incerto di cui ha che fare lo stesso Arthur Seldom. È riuscito a mettersi tra la matematica e gli enigmi affrontando le indagini con discrezione standone anche fuori perché innamorata del protagonista e ricambiata, ma Martin probabilmente se ne rende conto solo a metà forse attratto dal cervello enigmatico del professor Seldom, vorrebbe non prendere parte alle indagini e seguire Lorna fuori da tutto ma ormai ne è completamente ammaliato dal risolvere il mistero.

La quarta incomodo Beth (Julie Cox)

Diciamo che il Regno Unito è sempre stato uno Stato un po' cupo anche per il tempo meteorologico sempre nuvoloso come si sa, e in questa pellicola lo fa da padrone per il contesto di una trama "cupa" e misteriosa. Ogni morte ha una realtà, a partire dalla morte della signora Eagleton (Anna Massey) che combatteva con un tumore da anni nonostante i medici le avessero detto che le rimanevano pochi mesi di vita. Tutto parte dalla sua morte sospetta e con la figlia Beth, una donna fredda ma anche maliziosa con il giovane Martin, che ha fatto da badante alla madre per tanti anni rinunciando alla sua vita cosa che non ne poteva più, si capisce che la donna è la prima indiziata per la morte dell'anziana donna che aveva avuto un collegamento con lo stesso Seldom. Ogni morte conseguente alla sua è qualcosa di strano già che ognuno era fragilmente debole, ma tutto portava a uccisioni per avvelenamento o soffocamento, almeno così pensavamo e con la tenacia dell'ispettore Petersen (Jim Carter), un uomo buffo che non crede negli algoritmi a capire il significato di come uccida il killer anche se sapeva in se che Seldom centrava qualcosa. Diciamo che ogni personaggio in questa pellicola è misterioso o schizzoide, ne è un esempio Podorov, uno studente collega di Martin e tipico ragazzo strano, solitario e pazzoide ma che alla fine non è altro che un tipo strano.

La premiere del film a Madrid

E qui entra in gioco il regista Álex de la Iglesia, che nonostante le difficoltà nel fare un film fuori dalla sua terra natia con un cast straniero e che poteva metterlo in difficoltà. Riuscire a creare un misto tra un film di mistero con la matematica e i segni insieme deve aver preso veramente fondamenta da vari suoi colleghi del genere mistery, oltretutto con gente come J. Hurt il meglio doveva venire sicuramente, e non doveva essere stato facile ma un per un regista che come mentore ha avuto un certo Almodóvar il resto è solo successo. Diciamo che dopo questa pellicola è ritornato ai suoi generi drammatici che ha sempre fatto e questa esperienza gli è stata utile.

L'università di Oxford

Come ho già detto la troupe ha avuto la fortuna di poter girare all'interno dell'università di Oxford, una tra le più storiche e famose università inglesi e nel mondo. Ricorda molto il castello di Harry Potter, probabilmente il regista spagnolo ha preso spunto da lì per le riprese. Un castello più che un'università che rivive la bellezza del Regno Unito con le sue torri e i minareti ma anche il giardino e le varie aule di studio che hanno accompagnato la pellicola, accompagnate dalle musiche del compositore spagnolo Roque Baños (compositore affidabile del regista) che ne ha costruito intorno melodie che richiamano i film di spionaggio e mistero, vincendo appunto il premio Goya per la colonna sonora.


Anche per questa recensione è tutto ci vediamo alla prossima recensione sempre su Recensione Film I Il cinema è arte .


di Giacomo Fantini Voto: 3,60 di 5

4 Settembre 2024

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