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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

La Maschera Di Ferro

1998 - Avventura/Azione - 2h 12m

Regia: Randall Wallace

Cast: Leonardo DiCaprio, Jeremy Irons, John Malkovich, Gérard Depardieu, Gabriel Byrne, Anne Parillaud, Judith Godrèche


Nella Francia del 1662, regna l'arrogante ed egoista re Luigi XIV, ma il suo modo di governare la nazione è previa di una politica aggressiva e bellicosa. In città il popolo muore di fame scatenando varie rivolte contro il loro re, che invece di aiutarli rifornisce loro di cibo marcio, aggravando ancora di più la situazione. In città vivono anche i tre moschettieri, ormai sciolti da anni immemori e ognuno di loro impegnato in un nuovo lavoro, ma ben presto i nostri eroi dovranno fare forza comune per fronteggiare la politica del re e smascherare un oscuro segreto.


La pellicola è tratta dal romanzo Il visconte di Bragelonne, terzo e ultimo capitolo del Ciclo dei Moschettieri, scritto da Alexandre Dumas (padre) nel 1848 riscuotendo al suo rilascio grande successo in tutta la nazione e nel mondo. Il personaggio poi anche antagonista è proprio colui che fu il più grande sovrano della Francia ovvero Luigi XIV conosciuto da tutti come il Re Sole, capace di governare per 72 anni, riportando la nazione tra le più potenti del mondo; proprio per questo che vedere una storia dove il re è cattivo e arrogante è stato difficile da vedere, perchè non rispecchia alla perfezione quello che era il vero re di Francia, che nonostante i suoi difetti e le critiche fu comunque un grande sovrano.


Certamente descriverlo come un tiranno preposto verso la ricchezza e le belle donne, e incapace di gestire il suo popolo è stato narrato in modo per incuriosire il pubblico che avrebbe visto il film o che aveva anche letto il romanzo di Dumas, e sapendo la bravura del romanziere francese per le storie di avventura e quel pizzico di mistero ha contribuito ad apprezzarlo di più. Quello che era vero era che il re aveva veramente un fratello di nome Filippo che era anche conosciuto come Filippo duca d'Orléans, grande estimatore del fratello aiutandolo a migliorare la Francia; nel romanzo i due fratelli vennero separati alla nascita per volere del padre per via di non vedere più lotte tra fratelli per l'erede al trono e così che venne incoronato Luigi, e Filippo venne fatto scomparire, ma sedici anni dopo il fratello all'avvenuta scoperta della non morte del suo gemello decise di farlo rinchiudere nelle prigioni della Bastiglia, con addosso una maschera di ferro.



Leonardo DiCaprio nella doppia veste del re Luigi XIV e del suo gemello Filippo


Il modo di rappresentare in maniera così scarsa la vita dei carcerati all'interno della prigione non l'ho molto apprezzato, in più la Bastiglia viene rappresentata come una normale prigione ma su un isoletta in mezzo al mare, cosa non esatta ma non è neanche tanto ammirevole soprattutto per la storia di questo paese. E posso anche capire che in un romanzo non viene detta tutta la verità, ma certe cose come in questo caso sulla famosa prigione francese simbolo di quello che fu poi l'inizio della Rivoluzione francese nel 1789 e quello che portò nella Francia del tempo, era da non fare assolutamente. Ho condiviso invece la parte di Leonardo DiCaprio nella veste doppia dei fratelli gemelli Luigi e Filippo, due comportamenti completamente diversi e due destini così vicini; avere passato 6 anni in una prigione con addosso una maschera senza mai vedere la luce del sole è una cosa orribile da passare, ma il modo in cui vengono descritti i due gemelli è da notare, a mio parere troppe critiche verso la prova dell'attore italoamericano, che veniva dal grande successo dell'anno prima del colossal Titanic che lo confermò come attore diventando ancora più noto al pubblico.


Per DiCaprio non è stata una parte facile, anche per confermare il ruolo visto solamente un anno prima e non ricevere critiche, non certo una delle migliori parti interpretate ma comunque un buona prova che meritava di essere fatta; il suo modo di recitare nella parte del re amante delle belle donne e delle ricchezze, ma soprattutto la parte del fratello buono d'animo che si ritrova liberato e pronto a diventare re non era facile, il suo modo di fare dell'attore non ha limiti mettendoci sempre ogni volta anima e sangue, e costruirsi gli anni di successo che continua ad avere tutt'ora. Certamente il giovane DiCaprio ha avuto delle spalle ottime su cui puntare come 4 attori di grande caratura che l'hanno aiutato ad ambientarsi nella parte. Parliamo proprio dei tre moschettieri, a interpretarli grandi personalità del cinema: partendo proprio da Jeremy Irons, un attore che non ha bisogno di note, la sua parte di Aramis, che lasciata la spada è diventato un prete e capo dei Gesuiti, gli acerremi nemici de re. Probabilmente il personaggio più colto e tranquillo del team che incoraggia gli altri nella missione di liberare Filippo e scambiarlo col suo gemello; Irons ha dalla sua parte il grande senso del coraggio e l'esperienza che lo hanno portato a convicere i suoi due amici. Non hanno da invidiare niente i due attori che vado a descrivere, ovvero Gérard Depardieu e John Malkovich, due mostri del cinema che intepretano Portos e Athos. Il primo dedito alle belle donne che dopo avere lasciato la spada non ha fatto altro che mangiare, bere e fare sesso, si sente vecchio e rimane il personaggio più divertente del film anche se ruttare e scoreggiare non è proprio un divertimento assicurato, certamente il suo personaggio è molto oscurato dal resto del team. Cosa diversa per Athos, diventato un musicista, perderà il figlio Raoul (Peter Sarsgaard), mandato a morire al fronte dal re dopo aver messo gli occhi sulla fidanzata Christine che diventerà la sua amante. Sarà proprio il dolore di Athos a convincerlo nella missione suicida di Aramis, non una delle migliori prove di Malkovich che di personaggi seri e strani ne ha fatti, ma questo è tutt'altro anche perchè la sua figura convince in parte.



D'Artagnan


Non può mancare il quarto moschettiere più amato cioè D'Artagnan (Gabriel Byrne), l'unico che dopo l'addio al suo team è rimasto fedele al re diventando capo dei moschettieri reali; ha una relazione segreta con la regina madre Anna d'Austria (Anne Parillaud), madre dei gemelli re, e l'unica vittima del film anche perchè non ha perso la speranza nel rivedere il figlio portatoli via. Tornando a D'Artagnan, a mio parere tra le versioni viste del moschettiere più amato questa è quella che mi ha convinto di più anche perchè rispecchia la vera essenza non solo del romanzo che descrive l'uomo come l'unico dei quattro membri del team che non abbandonato il ruolo, ma anche perchè rimane insieme ad Aramis quello che non molla mai, o perlomeno che rispecchia i veri valori del moschettiere. Bisogna anche dire che è l'unico convinto che il re possa diventare il vero sovrano che la Francia cerca e avendo giurato fedeltà a lui non ne vuole sentire del progetto dei suoi vecchi compagni di spada, ma dovrà ricredersi solo alla fine.



I tre moschettieri


Un D'Artagnan molto diverso dal solito, siamo sempre abituati a vedere sia lui che gli altri tre membri tutti giovani e vederli ormai adulti e vaccinati è del tutto diverso; posso confermare certamente che l'attore nordirlandese è stato capace di interpretarlo al meglio delle sue qualità, scopriremo poi che in realtà che è lui il vero padre dei due gemelli sovrani e questo fa ancora di più curiosità nel vedere il film. Critico il fatto che c'è pochissima azione, e solamente nella parte finale del film possiamo vedere i tre moschiettieri all'opera, e questo ha molto influito sul giudizio finale della pellicola, troppi dialoghi certamente importanti per la storia ma un film del genere avrebbe dovuto contenere molti combattimenti di spada e meno parole. Probabilmente il regista Randall Wallace, ricordato dai più cinefili come lo sceneggiatore di Braveheart - Cuore impavido, e qui alla sua prima regia, avrebbe potuto fare di meglio visti i suoi precedenti colleghi che hanno diretto varie versioni del romanzo di Dumas con difetti e pregi, volendo molto rispecchiare il romanzo.


Con questo non voglio dire che abbia stentato o lavorato male, anzi come primo film in assoluto dietro la macchina da presa ha fatto molto meglio di altri suoi colleghi ma ci sono quei vari accorgimenti o definiamoli errori che ho citato prima che hanno influito su tutto il film, rimanendo comunque un grande successo e incassando secondo le informazioni oltre 180 millioni di dollari in tutto il mondo. Rimangono stupendi i vari luoghi pur con una Bastiglia diversa e una reggia di Versailles non mostrata ma sostituita da altri castelli che nonostante la bellezza non rispecchiano la bellezza della reggia e centro del potere della corona; tra meravigliosi spazi aperti e borghi francesi che ho ammirato. Parlando della colonna sonora composta dall'inglese Nick Glennie-Smith, che ha portato delle musiche solenni e di battaglia specialmente durante i combattimenti dei moschettieri; delle melodie forti che si concetrano molto sul periodo che stava vivendo la Francia ma anche sulla regalità dello stesso Luigi XIV, non mancando anche melodie di malinconia nel vedere Filippo lasciato marcire in carcere per anni in attesa della sua liberazione. In poche parole un film di grande entusiasmo che ancora mostra quanto la storia seppur romanzata abbia influito sulla cultura di tutti.


di Giacomo Fantini Voto: 3,22 di 5

25 Aprile 2021

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