L'ultimo Samurai
- Giacomo Fantini
- 2 mar
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 18 mag
2003 - Avventura/Drammatico - 2h 34m
Regia: Edward Zwick
Cast: Tom Cruise, Ken Watanabe, Timothy Spall, Billy Connolly, Tony Goldwyn, Hiroyuki Sanada, Masato Harada, Koyuki, William Atherton, Shun Sugata, Shin Koyamada, Scott Wilson, Togo Igawa, Shichinosuke Nakamura

TRAMA:
Nel 1876, l'ex capitano dell'esercito statunitense Nathan Algren, un uomo ridotto all'alcolismo, e in preda a gli incubi per via di una guerra affrontata in passato in cui vennero massacrati un sacco di persone innocenti. Un giorno accetta solo per soldi di addestrare l'esercito giapponese contro dei samurai ribelli guidato da un certo Katsumoto che comanda il suo esercito dotati di spada e frecce. I ribelli si rivelano più forti e agguerriti, sconfiggono i soldati e rapiscono il capitano Algren portandolo nel loro villaggio, qui per lui inizierà un nuovo inizio.
RECENSIONE:
Ambientato in Giappone nel 1877 e preso spunto dalla ribellione di Satsuma, la pellicola fu un modesto successo di quell'anno venendo candidato a 4 premi Oscar e 3 Golden Globe. Una storia di guerra e redenzione, ma anche su come riscoprire il nuovo senso della vita, tutto mentre si stava andando verso un nuovo modo di modernità in uno stato come il Giappone dove era ancora tutto arretrato, e lo stesso esercito nipponico debbe cambiare le sue prospettive per stare al passo coi tempi soprattutto in battaglia per difendersi dai nemici chiedendo aiuto appunto all'Occidente e in questo gli Stati Uniti d'America cercarono seppur con altri scopi ad aiutarli.

Una pellicola che ancora oggi viene ricordata e non solo per la presenza di un attore come Tom Cruise. Tutti conosciamo del grande ruolo che la star americana ha dato al cinema e sta dando ancora a 60 anni compiuti (metterei firma per arrivare in forma come lui a quell'età), ma la classe dell'attore non è stata l'unica in questa pellicola. Al quel tempo l'attore era nel suo probabilmente migliore momento della carriera, si è tuffato a capofitto in questo ruolo come solo lui sa fare, la parte dell'ex capitano dell'esercito statunitense che ormai sembra essere uscito di scena dandosi all'alcolismo e passa il suo tempo pubblicizzando i fucili Winchester, non un ruolo adatto per una persona che ha dato l'anima e corpo per la sua nazione. Si crede ormai alla frutta finché non gli viene data la possibilità di redimersi addestrando coloro che in futuro saranno nemici giurati degli Stati Uniti ovvero l'esercito giapponese. Non un ruolo facile visto anche che ha dovuto ambientare il suo personaggio al mondo orientale, imparando anche il giapponese per la parte, un personaggio dal carattere forte che non si arrende mai ed è per questo che i ribelli lo risparmiano portandolo nel loro villaggio, dove imparerà la vera arte del combattimento, come un vero samurai che prima di allora pensava fosse solo un arte fantoccio diciamo, che non aveva senso. E anche se probabilmente meritava qualche riconoscimento in più, verrà solamente candidato ai Golden Globe per il ruolo.

Come dicevo oltre a Cruise c'è chi famoso non era e lo è diventato con questa pellicola. Stiamo parlando di Ken Watanabe, l'attore giapponese dopo il successo con questa pellicola con successiva candidatura agli Oscar, arriverà al successo sperato che due anni dopo verrà chiamato a far parte del cast del primo film sulla trilogia di Batman diretto da Christopher Nolan.
Ma torniamo a noi, qui interpreta il capo dei ribelli ovvero Katsumoto, un personaggio all'inizio misterioso e capace di fare del male per difendere il suo villaggio ma con l'andare del film capiremo ben presto che non sarà così. Una persona dall'animo nobile e sempre pronto a difendere chi lo merita come il protagonista Algren. Una persona che nonostante non sia d'accordo con l'occidentalizzazione dell'oriente è curioso di sapere la loro storia e i loro usi, e l'incontro con Nathan Algren gli cambierà la vita e il suo modo di capire e accettare di quel mondo occidentale che sta aprendo le porte al popolo orientale, oltre a scoprire che fu in passato il maestro dell'imperatore Meiji.

L'alleanza del personaggio verso un altro mondo è anche l'attrazione e l'innamoramento che il protagonista comincia a provare per Taka, sorella di Katsumoto e moglie del samurai che il protagonista uccide all'inizio del film. Inizialmente tra i due non c'è comprensione anche per la vendetta che la donna vorrebbe contro chi ha ucciso il marito, ma il modo in cui Algren comincia ad ambientarsi con il nuovo mondo, e il bel rapporto che comincia ad avere con i figli e il nipote fa breccia nel suo cuore tanto che comincia anche lei ad innamorarsene.

Dopo i grandi successi come Glory e Vento di Passioni, per il regista Edward Zwick non sarebbe stato sicuramente facile visto che ha dovuto girare la pellicola con un cast e una troupe quasi completamente giapponese, ambientare la storia a metà dell'800 è stato una bella sceneggiatura. Mettere al centro il dovere di un imperatore come Meiji che nonostante la giovane età voleva portare il suo paese verso l'occidentalizzazione costruendo un patto con gli americani, e inizialmente non è capace di mettersi contro i politici da entrambe le parti, per fortuna accorgesene in tempo di quello che stava facendo. Ottimo il rapporto di rivalità/amicizia tra Algren e Ujio, l'attore giapponese tornato alla ribalta in questi anni per la serie tv Shōgun, era anche per lui il primo vero film importante nel grande cinema, ha dovuto impegnarsi al massimo per dimostrare che anche un samurai può fare del bene, e la freddezza che ha con Algren all'inizio rappresenta uno scudo contro di lui per poi accettarlo come un suo alleato, anche quando in duello l'americano riesce ad non avere la meglio contro il samurai.

Bella la battaglia finale tra i samurai e l'esercito giapponese con una buona scenografia condita dalla buona colonna sonora realizzata da un colosso come il tedesco Hans Zimmer il tutto durante la metà dell'800. La grande battaglia è stata costruita bene, inizialmente messa sulla carta sicuramente i samurai non partivano bene, ma la grande astuzia e bravura di Algren e Katsumoto hanno fatto breccia contro i fucili dell'esercito guidati dal generale Bagley, grande nemico del protagonista soprattutto per le battaglie passate che i due avevano vissute. Nonostante alla fine i samurai periscano sotto i colpi delle mitragliatrici nemiche e il conseguente sacrificio di Katsumoto è stata una scena forte per mostrare come alla fine chiunque anche chi è visto come un nemico possa diventare un eroe. Una pellicola costruita bene che ancora oggi è ricordata per la buona sceneggiatura, e per il grande lavoro della troupe e del suo regista, che hanno mostrato cosa possa dire onore e rispetto.

Anche per questa recensione è tutto ci vediamo alla prossima recensione sempre su Recensioni Film I Il cinema è arte.
di Giacomo Fantini Voto: 3,81 di 5
2 Marzo 2025
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