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Je Suis Karl

  • Immagine del redattore:  Giacomo Fantini
    Giacomo Fantini
  • 12 mag 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

2021 - Drammatico/Politico - 2h 6m

Regia: Christian Schwochow

Cast: Luna Wedler, Jannis Niewöhner, Milan Peschel, Edin Hasanović, Anna Fialová, Marlon Boess, Victor Boccard, Fleur Geffrier, Aziz Dyab, Mélanie Fouché, Elizaveta Maximova

TRAMA:

La ventenne Maxi Baier è l'unica superstite insieme a suo padre di un attentato quando una bomba esplode nel loro appartamento a Berlino, uccidendo sua madre e i suoi fratelli. Dopo vari giorni di lutto nazionale la ragazza conosce un giovane ragazzo, Karl, che la convince a partecipare ad un accademia estiva a Praga, dove lui è capo di un partito politico e per la giovane ragazza tedesca non sarà più lo stesso.


RECENSIONE:

Presentato nella sezione speciale del 71° Festival di Berlino è sicuramente un film che in Italia è sconosciuto ma in Germania ha avuto un modesto successo venendo candidato a 6 Deutscher Filmpreis (gli Oscar tedeschi), suscitando anche delle critiche per i movimenti politici che hanno molto ricordato il nazismo anche se prendendo le distanze o almeno così ha descritto il regista. Composto da un cast ceco-tedesco così come le sue ambientazioni tra la Germania e la Repubblica Ceca, l'ho notato nel catalogo Netflix di quell'anno e già che conoscevo il regista tedesco che aveva anche lavorato per la TV inglese ho voluto visionarlo e sono rimasto perplesso nel vedere un film così criticato soprattutto per la critica estera, e che comunque almeno per me ha lasciato dei buoni risultati.

I due protagonisti Maxi (Luna Wedler) e Karl (Jannis Niewöhner)

Un cast sconosciuto con la sola Luna Wedler già conosciuta al cinema e non solo per qualche film più o meno di successo e la serie tv sempre distribuita da Netflix, Biohacker. L'attrice svizzera si è buttata a capofitto sul personaggio oltre ogni aspettativa. Un personaggio alla ricerca di normalità dopo l'attentato con la conseguente morte della madre e dei due fratellini, una ragazza talmente giovane che rappresenta l'emblema di quei ragazzi che perdono i genitori ancora in giovane età. Un ruolo non facile, dal carattere forte di chi sa che non sarà facile superare il momento ma che deve avere la forza di andare avanti, che le permetterà di essere nominata come miglior attrice, ma che purtroppo servirà ben poco.

Due attori sconosciuti ma che hanno contribuito a dare linfa a un film che dopo la scena dell'attentato poteva finire come il solito film sugli attentati terroristici ma che invece sono riusciti a puntare su altri argomenti. Dal nome del film deriva il personaggio principale ovvero Karl, un ragazzo molto estroverso che cerca in tutti modi di attirare la tensione e creare un certo di partito politico, o gruppo per protestare contro chi non gli difende da questi attentati come lo stesso stato tedesco, che dovrebbe fare qualcosa contro queste persone che vogliono solo distruggere la città. Nessuno pensava nemmeno io che il tedesco Jannis Niewöhner conosciuto per lo più per la trilogia di Ruby Red, (saga per la televisione conosciuta da pochi) andata male e che è molto probabilmente se la ricordano solo in Germania e dintorni potesse colpire il pubblico; l'attore porta un personaggio nervoso e sicuro di se pronto a tutto per dire la sua contro lo stato ma con troppa rabbia e fame di potere.

Maxi e suo padre Alex (Milan Peschel) dopo l'attentato

La morte di una moglie non può essere dimenticata soprattutto se l'ami e nel modo in cui la perdi. Il personaggio di Alex (Milan Peschel), è quello di un uomo disperato che sa che è anche colpa sua avendo ritirato lui stesso il pacco bomba che ha causato il disastro e per questo non si da pace. Molte critiche per il modo in cui viene mostrato, come un padre assente e molto distante dalla figlia nel momento difficile, forse critiche troppo affrettate per l'attore di Berlino, non capendo che molto probabilmente rappresentare quel tipo di padre che salva la figlia dal male non gli si addice visto un carattere molto debole ma anche sembrerebbe distante da quello che lo circonda ma che l'ha portato ad essere nominato come miglior attore non protagonista.

Un film come detto filo politico perché il protagonista è rappresentante di un gruppo politico che dichiara guerra allo stato e vuole solo che bruci come il fuoco e le fiamme degli attentati a Berlino hanno causato panico tra le gente, l'obbiettivo del ragazzo è il colpo di stato e di conseguenza la presa di potere, credo che cerchi di coinvolgere Maxi che è stata vittima di quegli attentati è anche un modo di far vedere al mondo cosa la ragazza abbia visto del mondo per prendersi la fiducia della gente per poi distruggere lo stato dall'interno, ecco perché Karl nasconde alla fine un oscuro segreto essendo lui e la sua banda di pazzi gli artefici degli attentati organizzati con un piano efficace e controverso dedito di una mente malata e crudele.

Cast e regista alla premiere del Festival di Berlino

Quello che il regista Christian Schwochow dopo il successo con la serie tv inglese The Crown di cui ha diretto alcuni episodi, era dare alla storia una traccia di cui si parla troppo ovvero come fermare questi attentati che ancora oggi invadano il mondo, l'esempio è la Francia colpita dall'ISIS qualche anno fa e che lo stato ha fatto poco per difendere la nazione. L'idea del regista originario di Bergen auf Rügen era dare slancio a tutte quelle opposizioni dei vari giovani che combattono per la libertà, il creare una nuova Europa giovane e furente verso chi non la protegge ma arrivando al punto di fare del male, e questo è brutale forse anche per questo che il suo film non ha vinto nessun premio, è giusto cercare di mostrare al mondo la brutalità di chi dovrebbe proteggerci ma in modo civile perché il mondo non ha bisogno di violenza che crei altra violenza.


Anche per questa recensione è tutto ci vediamo alla prossima recensione sempre su Recensione Film I Il cinema è arte


di Giacomo Fantini Voto: 2,80 di 5

12 Maggio 2024

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