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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

I Vitelloni

1953 - Drammatico/Commedia - 1h 48m

Regia: Federico Fellini

Cast: Alberto Sordi, Franco Interlenghi, Franco Fabrizi, Leopoldo Trieste, Riccardo Fellini, Leonora Ruffo, Lida Baarowa, Arlette Sauvage, Vira Silenti, Naja Nipora, Jean Brochard, Claude Farrel, Carlo Romano, Enrico Viarisio, Paola Borboni, Silvio Bagolini


Cinque giovani detti i Vitelloni si troveranno a dover far fronte alle divergenze della vita, cosa che prima di allora neanche ci pensavano. Ognuno ha la sua vita e solamente grazie alla loro amicizia riusciranno a far fronte alle loro difficoltà di vita e finalmente raggiungere l'autonomia.


Probabilmente uno dei film più rilevanti nella carriera di Federico Fellini, avendoli dato anche un successo internazionale, già che il film farà successo anche all'estero, rendendo il nome di Fellini famoso anche fuori dai confini italiani. Sicuramente una delle pellicole più belle a mio parere del giovane Fellini poco più che 30enne, che non si aspettava neanche un successo del genere, venendo candidato anche un Oscar per la miglior sceneggiatura, ma soprattutto la vincita del Leone d'Argento per la miglior regia al Festival di Venezia.

Sicuramente il grande Federico è riuscito a raccontare una storia dove l'elemento primario è la giovinezza e gli errori di gioventù che faranno la loro parte i protagonisti. Il regista riminese è un mostro a raccontare la vita di tutti i giorni e portarla al cinema, e mostrare le varie sfacettature dei giovani mentre cercano di crearsi una vita è una cosa che ha portato con ottima maestria. Oltrettutto la storia sa di autobiografia già che lo stesso Fellini disse di essersi basato molto sulla sua giovinezza, e gli errori che ha fatto come molti ragazzi.


I Vitelloni


Un film che trova tanti giovani attori che negli anni successivi saranno protagonisti della commedia all'italiana. Stiamo parlando in particolare di Alberto Sordi, giovanissimo ma già dotato di grande classe, e scelto giustamente con classe da Fellini stesso dopo averlo diretto ne Lo sceicco bianco, nonostante le critiche per un attore che non aveva ancora fatto vedere il suo talento a tutti gli effetti. Sinceremente la parte del giovane che non vuole crescere e che è l'allegria del gruppo, non è al centro primario della storia, tanto che la sua parte diverte questo è certo ma non è così centrale come il regista voleva; un personaggio infantile ma anche generoso soprattutto verso la madre e la sorella con cui non va tanto daccordo. L'attore romano vincerà il Nastro d'Argento anche se non capisco perchè, anche se rimane memorabile la scena in cui Sordi fa la pernacchia e il segno dell'ombrello ai poveri contadini del paese che poi si vendicheranno.


Fausto e Sandra


Al centro della storia ci sta Fausto (Franco Fabrizi), il capo del gruppo che dopo aver messo incinta Sandra (Leonora Ruffo), dovrà cominciare a diventare grande, anche se visti i 30 anni l'autonomia dovrebbe essere di casa. Un personaggio che purtroppo si avvicina all'esempio di ragazzo che è costretto a sposare la fidanzata nonostante la voglia di continuare a essere un donnaiolo, cosa che farà anche dopo il matrimonio; nonostante questo il bene che prova per la moglie Sandra, bellissima ragazza e faccia da innocente costretta a diventare madre troppo presto, lo farà tornare sulle sue. La bellezza di crearsi la propria famiglia è un elemento primario del film.

Proprio anche di tradimento parliamo, cosa che Fausto farà molte volte, perdendo anche la faccia davanti a Moraldo che per lui è come un fratello minore. Ci proverà con tutte perfino con la moglie del capo, facendo ancora peggio e non parlo solamente per la sua fama di don Giovanni che lo perseguita, ma tradire Sandra che lo ama tantissimo è una cosa che non ho sopportato. Anche perchè la ragazza è una persona rara che ogni uomo dovrebbe avere, e che Fausto non capirà subito, come se non ne può fare a meno nonostante in realtà l'amore per la ragazza c'è.


La famosa scena di Sordi


Anche il resto del gruppo non è da meno, dove lo stesso Moraldo (Franco Interlenghi), fratello di Sandra e il più autonomo del gruppo, cercherà di capire il vero senso della vita, ma le vicissitudini legate a Fausto gli faranno cambiare idea sul suo futuro decidendo infine di andarsene dalla città. Un personaggio serio ma dotato di carattere e gentilezza. Leopoldo (Leopoldo Trieste) e Riccardo (Riccardo Fellini), sono probabilmente i due personaggi più oscurati del gruppo, il primo aspirante sceneggiatore e il secondo aspirante soprano (nonche fratello del regista); il non approfondire la loro vita è stato un errore tanto che passano in secondo piano per quasi tutto il film, come se fossero le ruote di scorta.

L'ambientare il film a Rimini, città natale del regista, ha reso il film una splendida coreografia e da il senso dell'isola del Mediterraneo più splendida che mai, e non la solita Roma o Milano che siamo abituati a vedere. Nel collaborare con il suo amato amico Nino Rota, Fellini ha cercato di mimare delle sinfonie romantiche, volendo anche ricalcare le scene degli scherzi del gruppo con melodie divertenti e veloci come è la bellezza di essere giovani e sfrenati. In poche parole un film fatto di amicizia e crescita giovanile, due elementi importanti per diventare autonomi.


di Giacomo Fantini Voto: 3,80 di 5

27 Maggio 2021

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