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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

Fratello, Dove Sei ?

2000 - Commedia/Drammatico - 1h 47m

Regia: Joel e Ethan Coen

Cast: George Clooney, John Turturro, Tim Blake Nelson, Charles Durning, John Goodman, Michael Badalucco, Holly Hunter, Stephen Root, Chris Thomas King, Wayne Duvall, Daniel Von Bargen, J. R. Horne, Brian Reddy, Frank Collison

TRAMA:

Durante la Grande Depressione americana, tre uomini molto diversi tra loro, cominciano un viaggio attraverso gli stati americani alla ricerca di un tesoro misterioso che a tempo addietro uno di loro aveva nascosto, scoprendo molte cose che il mondo stava nascondendo e che li porterà a scoprire molte cose anche di loro stessi.


RECENSIONE:

Presentato in concorso al 53° Festival di Cannes e candidato a 2 premi Oscar, è un vero e proprio viaggio alla ricerca tra le altre cose anche di se stessi, mentre gli Stati Uniti stavano attraversando la più grande crisi della loro storia, conosciuta come la crisi del 29' o crollo della borsa di Wall Street, che portò lo Stato ad attraversare un periodo di crisi nazionale risolto solamente molti anni dopo, ma questa è un altra storia. Diciamo che con questo film i fratelli registi più famosi degli ultimi anni, hanno battezzato il nuovo millennio alla ricerca di quella conferma per dargli il doppio del successo che stavano ormai già avendo da quando iniziarono il loro meraviglioso lavoro molti anni prima.

I Tre Protagonisti

Sui tre protagonisti non c'è bisogno di presentazioni o almeno adesso gli conosciamo come attori a livello mondiale, ma allora erano più o meno agli inizi almeno per due di loro. Come non riconoscere John Turturro che nella parte di Pete Hogwallop lascia un personaggio molto stupido e irrascibile come se non sa quello che sta succedendo e che vorrebbe essere il leader di questo gruppo ma gli mancano idee e carattere, l'attore italoamericano ne ha creati di personaggi dal carattere strano ma alquanto misterioso, quel qualcosa che veramente a guardare pensi che un attore così meriterebbe di stare più in alto della sua famosità. Tenendo da parte Tim Blake Nelson che rappresenta l'emblema dell'uomo strampalato che non sa o almento fa finta di non sapere e che preferisce farsi guidare da gli altri piuttosto che fare da se, diciamo quello che direi lo scemo del gruppo anche se poi scopriremo avere delle doti nascoste. Arriviamo probabilmente alla star dei tre, colui che è il vero e proprio leader, e chi se ne frega se era diciamo alla sua prima vera parte di carattere ossia George Clooney. L'attore che veniva dal successo della serie tv che qualcuno ricorderà come E. R., gli fece dare il plauso per il grande schermo anche se nelle parti di Batman e co. non aveva avuto il successo sperato e i fratelli Coen gli hanno dato il ruolo giusto per splendere. Nella parte di Ulysses McGill è un uomo di carattere ma anche di cuore che sa quello che vuole , se i tre cominciano il viaggio è grazie a lui anche se alla fine scopriremo qualcosa di clamoroso ma che ha del fine. Ricorda molto il personaggio di Ulisse, l'eroe dell'Odissea di di Omero che con le sue genialate ha portato i suoi frutti, un personaggio che sembra non avere paura di niente ma che poi in realtà i suoi dubbi di come andrà a finire ci sono e la sua grande caratura nonostante la poca esperienza nel grande cinema allora, ha dato mani a un vero uomo che nonostante non l'abbia trovato divertente ma comunque coinvolgente vincerà il suo primo Golden Globe per il ruolo.

Stiamo certamente parlando di una storia dall'umorismo strano con tante sfacettature tipico dei fratelli Coen con quella loro vena umoristica che ci hanno costruito una carriera, un vero viaggio alla ricerca di se stessi in un mondo economicamente in grande difficoltà se pensiamo che nel 1929 l'America attraversò la più grande crisi della sua storia. I tre uomini di cui conosciamo pochissimo apparte Ulysses che di mestiere fa il giudice e come gli altri due si ritrova ai lavori forzati in mezzo alle campagne americane. Il non descrivere Pete e Delmar non lo ho apprezzato, ma forse questo è stato messo per dare al personaggio di Clooney la vera importanza che da inizio alla storia e il suo misterioso tesoro. La tipica storia americana dove tre reietti cercano la loro libertà attraverso un viaggio sconosciuto alla ricerca di qualcosa che veramente non c'è, ma che il vero senso è ritrovare se stessi in un clima da vecchi film in bianco e nero.

La scena con riferimento al ciclope Polifemo

Un chiaro riferimento all'Odissea di Omero e al suo protagonista Ulisse che dopo la distruzione di Troia deve ritornare alla sua isola verso la sua amata Penelope tra disavventure. Anche se i fratelli Coen hanno sempre dichiarato di non aver letto l'Odissea prima di allora, ma ricostruire una storia in chiave diversa e umoristica ha messo del nuovo pepe alla sceneggiatura. Il personaggio Big Dan che John Goodman ha interpretato non senza difficoltà è un chiaro riferimento al ciclope Polifemo ( e non solo perchè il personaggio vede da occhio solo), ma anche perchè vuole signifare il tradimento e la buggiardaggine che il personaggio porta. Ma la scena esemplare è quando i tre si fanno amaliare da tre donne e poi si fanno derubare (chiaro rifermento al canto delle sirene ma soprattutto alla magia della maga Circe che nell'Odissea trasformò la ciurma in maiali, qua si pensa che uno dei tre sia diventato un rospo), questa è la scena forse più esemplare che ci sia tratta da Omero, anche se forse i due registi potevano metterla diversamente sul punta di vista che fu Ulisse a fregare Polifemo e non il contrario come nel film. Diciamo che i Coen non potevano mettere il poema di Omero per filo e per segno, ma almeno certi momenti importanti quello si.

La scena del Ku Klux Klan

Oltre al poema di Omero si vuole mettere omaggio alla storia americana e i chiari riferimenti anche al Ku Klux Klan, che tutti conoscono come organizzazioni terroristiche incappucciate che discriminavano tutti gli usi e orientamenti religiosi e non solo, attivi molto durante quegli anni, la scena del conclave fa riferimento alle diverse idee religiose e politiche che gli USA stavano affrontando e che i tre protagonisti si ritrovano a dover porre fine o almeno a salvare un povero musicista dall'essere ucciso per secondo questi "terroristi" salvarlo dal demonio, una scena costruita decentemente che mostra chi si celi dietro questi uomini, andando a cambiare i dettagli della storia e portando a scovare i veri imbroglioni.

I fratelli Coen al lavoro

Ormai del lavoro assiduo dei fratelli Coen si conosce molto, del grande montaggio che continuano a maestrare con fascino e avvelendosi anche dei migliori direttori di fotografia possibile, l' esempio ne è Roger Deakins che è riuscito a rappresentare una parte dell'America che non conoscevamo fino in fondo, dalle campagne alle praterie immense fino alle piccole cittadine colpite dalla Grande Depressione. Il momento clou del duo registico è sicuramente il significato del viaggio dei tre. Un viaggio che ha uno scopo di amore verso la famiglia, il volere riprendere quello ti aspetta. Il vero tesoro dei tre è la loro libertà, riprendersi la propria amata come nel caso di Ulysses creduta persa come Ulisse che torna a Ithaca dalla sua amata, il genio di questi due uomni uniti in una sola regia.

I Soggy Bottom Boys

Un'altra genialata dei Coen è sicuramente la colonna sonora, che oltre ad avvalersi del loro compositore Carter Burwell che con i fratelli ci ha costruito una carriera, il peso l'ha messo uno come T Bone Burnett. Il compositore di St. Louis ha unito il genere folk strumentalizzato con le musiche varie dal blues al swing al gospel degli anni passati, un ritmo che destreggia gli USA del tempo. Ma il genio è il gruppo fittizio creato per il film ovvero i Soggy Bottom Boys, dove i tre protagonisti si destreggiano con il brono Man Of The Constant Sorrow, un brano rivisitato sulle ceneri di un vecchio brano degli anni passati. ll brano (vincitore di un Grammy Award) è una melodia folk che ti influenza molto e che riempie molto il film con un melodia che unisce vari generi musicali. La curiosità è che i tre durante le riprese cantarono in playback e le loro voci vennero sostituite da tre musicisti, tra cui spiccava il nome di Dan Tyminski che molti ricorderanno per aver collaborato nel 2013 con il DJ svedese Avicii in Hey, Brother.



Anche per questa recensione è tutto, vi aspetto alla prossima recensione sempre su Recesione Film I Il cinema è arte.


di Giacomo Fantini Voto: 3,30 di 5

9 Settembre 2023

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