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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

Everything Everywhere All It Once

Aggiornamento: 29 mar

2022 - Fantascienza/Azione - 2h 20m

Regia: Daniel Kwan & Daniel Scheinert

Cast: Michelle Yeoh, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, Jenny Slate, Harry Slum Jr., James Hong, Jamie Lee Curtis

TRAMA:

Evelyn Wang è un immigrata cinese che vive una vita noiosa e monotona con suo marito Waymond e sua figlia Joy. È proprietaria con suo marito di una lavanderia a gettoni situata sopra casa sua. Un giorno mentre si trova all'IRS, l'istituzione per la riscossione dei tributi in procinto di pignorarle la lavanderia, il corpo di suo marito viene preso possesso da una versione di lui stesso proveniente da un altro universo dove tutti hanno delle abilità straordinarie, e incita Evelyn a salvare il suo universo da una misteriosa minaccia.


RECENSIONE:

Vincitore di 6 premi Oscar su 11 candidature, la pellicola ha avuto un successo internazionale e mondiale anche se direi ho trovato molte caratteristiche contrastanti che non mi hanno convinto del tutto, ma che hanno comunque invogliato la gente ad andarlo a vedere al cinema. Su certi aspetti assomiglia a una versione di Matrix alla cinese senza scomodare di tanto la pellicola delle sorelle Wachowski che avevano fatto di quel film qualcosa di unico. La pellicola in esso è un misto tra fantascienza e commedia con molte scene d'azione alla Jackie Chan dove vedremo molte scene di arti marziali; detto il film del multiverso in persona, vorrei soffermarmi sul fatto che negli anni il cinema aveva già portato film su universi paralleli che controllano il nostro mondo, quello che c'è da dire che questa volta è stato molto evidenziato l'argomento fino alle ossa.

La famiglia Wang

I protagonisti sono una famiglia cinese impiantata in un mondo americano molto diverso dal loro. Possiamo definire la pellicola della rinascita di Michelle Yeoh. L'attrice malese che durante gli anni passati aveva avuto un grande successo era un po' sparita dai radar molto probabilmente per l'insuccesso delle sue prestazioni cinematografiche successive, ma è riuscita a ritagliarsi finalmente lo spazio giusto in questa pellicola che è fatta proprio per lei in un mondo orientale come piace a lei. Il suo personaggio, Evelyn, è la tipica donna alfa della famiglia che deve sempre pensare al futuro della famiglia e tutto pesa sulle sue spalle, con un marito che senza di lei non saprebbe neanche tirarsi su le mutande. Il rapporto con la figlia è qualcosa come pace e amore, dover accettare la relazione della figlia con un altra donna soprattutto per la cultura cinese è molto difficile ma dovrà rassegnarsi con l'andare del film. Probabilmente dover diventare la salvatrice del multiverso è quello che le serviva per la sua persona, vederla combattere tra azione e kung fu, non la vedevo così dai tempi de La tigre e il dragone che le diede la fama internazionale, e l'Oscar vinto è l'unica tra i personaggi che se lo è veramente meritato anche per il suo ruolo di madre alfa, e il suo rapporto con la figlia.

Evelyn e Waymond

Chi dovrebbe invece ringraziare la pellicola per averlo reso nuovamente un personaggio pubblico è Ke Huy Quan, l'attore che i fan piu accaniti ricorderanno per la parte di Short Round nel terzo capitolo di Indiana Jones quando era solo un bambino, e che non me lo ricordavo neanche io, interpreta Waymond, il marito imperfetto della protagonista. Un uomo buffo probabilmente troppo buono per non passare inosservato, la sua grande umanità e dolcezza, ma anche impacciatura è stata la fonte di ispirazione per la trama del film già che l'entrata nel multiverso parte da lui. Il modo in cui non solo interpreta la versione reale di Waymond ma anche la sua controparte Alpha Waymond è molto forte, il tipico uomo che non sai cosa faccia lì ma che senza di lui la storia sarebbe diversa. Mi viene da ridere il perchè fino a ora sia rimasto fuori dal mondo cinematografico, buffo e divertente, e fa capire la doppia faccia della moneta della protagonista (cosa sarebbe successo se non fosse scappata con lui in giovinezza rinunciando alla sua stabilità economica). Se di Waymond sarebbe da fare una pagina a parte, anche per la figlia dei due consorti ci sarebbe da soffermarsi, Joy è la tipica ragazza che fa difficoltà a farsi accettare per la sua omosessualità. Il rapporto con la madre è quello che si può considerare quello di un adolescente che vorrebbe avere più affetto dal genitore, e forse anche per questo che la sua doppia parte di figlia, e nemico nel multiverso vuole significare che la ragazza vorrebbe essere solo più coinvolta nella vita ordinaria della famiglia Wang, e che se diventa il villain è un modo molto insignificante per dire che se la madre non la accetta lo dovrà fare in qualunque modo. Se K. H. Quan ha vinto l'Oscar forse non meritato pensando a gli altri attori che erano in candidatura, allora la giovane Stephanie Hsu alla sua prima candidatura agli Oscar meritava di più visto il suo ruolo nel film.

Nemici strani nel multiverso, come il modo di mostrare come ogni scelta fatta dai protagonisti porti alla creazione di vari universi paralleli, e vedere una come Jamie Lee Curtis nei panni non solo di un impiegata dell'IRS ma anche in quella di vari personaggi nemici/amici capisci che il modo di vedere il multiverso dei registi è un gran pasticcio, e sempre secondo il mio parere gli Oscar consegnati ci avrei pensato meglio perché se la Curtis prima o poi doveva vincerlo ma non per questo ruolo, tutto il resto non so come hanno votato, ma probabilmente il mio modo di vedere cinema è qualcos'altro. J. L. Curtis sembra la megera che rovina i piani dei protagonisti ma che in un altro mondo è simpatica, eppure l'interpretazione è andata oltre le sue qualità dandole un ruolo che la figlia d'arte ha ben curato. Ogni universo visto nel film portava ogni protagonista ad avere un ruolo diverso dal solito, ruoli assurdi con capacità fuori dal comune e questo è stato apprezzato.

I due registi dopo aver vinto l'Oscar alla miglior regia

I registi non li conoscevo ma questa volta Daniel Kwan e Daniel Scheinert conosciuti come i Daniels, al loro secondo film hanno convinto l'Accademy portandosi a casa ben tre statuette tra cui quella per miglior regista e miglior film. I due registi hanno raccontato la loro versione del multiverso diverso da quello visto nella Marvel per esempio, dove tutto può succedere e come deve succedere, il mio punto di vista è che probabilmente hanno messo troppe cose nel pentolone, ci sono state alcune parti dove mi sono perso per un momento come se a un certo punto anche loro devono aver capito di avere unito troppi argomenti ma che non so come abbia funzionato, probabilmente perché era la prima volta che veniva fatto un film del genere in questo modo, se l'avesse fatto un Spielberg o un Zemeckis nessuno avrebbe detto niente perché sarebbe stato normale ma per i due registi la novità ha unito la critica. Ho apprezzato dividere il film in 3 atti così come è diviso il titolo del film: come a rappresentare l'entrata nel multiverso (Everything ), come abituarsi al multiverso (Everywhere), ritorno alla realtà (All It Once) . Su questo modo molti film attualmente si costruiscono l'andamento della trama, la storia prende molto spunto come già detto dei vecchi film orientali di kung fu senza nuovamente scomodare Jackie Chan o Bruce Lee ma le arti marziali ne fanno da padrone con l'aggiunta della fantascienza, anche se ritengo opportuno che certe caratteristiche sono state prese da altri film parodiando in malo modo, come la scena quando Evelyn si imedesima come una grande chef ed invidiosa del suo collega più bravo scoprendo che invece ha un procione sulla testa che lo fa cucinare, come in Ratatouille.

Un modo come un altro per imitare la Disney ma non ho apprezzato questa parte, ma come altre che non sto ad allungarmi.

Cast e registi alla premiere del film al South by Southwest Festival

Un film diverso dal solito che ha voluto rappresentare cosa succede quando la fantascienza incontra le arti marziali. La ricerca di una madre verso l'amore di una figlia che per farsi volere dalla madre è diventata il cattivo, Jobu Tupaki, che può controllare la materia e gli universi a suo piacimento, e questo sta a significare quanto la distanza tra una madre e una figlia possa portare a una lotta fatta interiore. Il mio modo di vedere il cinema sarà differente da gli altri ma la statuetta come miglior film visto gli altri film in lista è un po' esagerato, non è che la storia sia stata un disastro anzi ma non quel basta per vincere l'Oscar già che nel frattempo se ne era portati a casa 5. La vita di una madre che deve far fronte anche al padre Gong Gong, un burbero all'antica che non accetterebbe mai che la nipote sia lesbica e che risulta il vecchio da accudire, ed ecco anche perché nel multiverso il suo compito è quello di bloccare che la protagonista uccida il villain, come fece nella realtà non accettando la vita che aveva scelto la figlia. La Yeoh ha dovuto avere una grande pazienza a fare sia da padre che da madre nonostante il marito abbia sempre cercato di prendersi cura della famiglia ma senza successo e forse anche per questo che ha vinto il premio per la miglior attrice protagonista, ma non di più visto che sia la Curtis che Ke Huy Quan non hanno veramente stupito da vincerlo, ma negli ultimi anni l'Accademy ha avuto critiche contrastanti.

Creare un multiverso dove le varianti Alpha controllano le loro varianti reali, e dove ogni scelta cambia il futuro di ognuno è uno strumento di trama che ha dell'immaginazione con una bella sceneggiatura devo dirlo, ma rimane il fatto che sono troppo elementi da assimilare e ti puoi perdere nel breve tempo come successo a me. Ho trovato curioso il fatto che Evelyn e Waymond scoprino il loro futuro se non avessero fatto alcune scelte in passato, e che nonostante tutto si sarebbero alla fine rincontrati in nuove vesti. Quello che ha salvato i due registi è stato il fatto che nessuno aveva mai raccontato il multiverso in questo modo comico, perché alla fine un po' di comicità nel raccontare gli scontri e le abilità dei protagonisti c'è ne sono.


Anche per questa recensione è tutto ci vediamo alla prossima recensione sempre su Recensione Film I Il cinema è arte.


di Giacomo Fantini Voto: 3,54 di 5

28 Marzo 2024

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