Agente Cody Banks
- Giacomo Fantini
- 17 mag
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 18 mag
2003 - Azione/Avventura - 1h 42m
Regia: Harald Zwart
Cast: Frankie Muniz, Hilary Duff, Angie Harmon, Keith David, Cynthia Stevenson, Arnold Vosloo, Daniel Roebuck, Ian McShane, Darrell Hammond

TRAMA:
Cody Banks è un normale ragazzo di 15 anni che va al liceo, ma in realtà è un agente della CIA sotto copertura in attesa di essere chiamato per la sua prima missione. Quando però una misteriosa azienda di nome E.R.I.S. minaccia il mondo, il ragazzo viene convocato per risolvere la missione.
RECENSIONE:
Una pellicola che sicuramente molto non conoscono o non ricordano ma che sicuramente la generazione che erano bambini agli inizi degli anni 2000 lo avranno visto. Una storia che ha delle similitudini tra Agente 007 e Mission Impossible ma in versione adolescenziale, con tanto di gadget da spia segreta.

Beh impossibile non ricordarsi di lui, il ragazzino che divenne famoso per la serie tv dove lui era protagonista insieme alla sua bizzarra famiglia ovvero Malcom. Ebbene si sto parlando di Frankie Muniz che al tempo era tra i giovani attori più famosi del cinema e che purtroppo oggi viene poco menzionato, e che negli anni non è riuscito ad avere lo stesso successo che ebbe da adolescente. Muniz è entrato come meglio poteva nel personaggio del ragazzo che vive la sua normale vita da liceale ma che anni prima aveva partecipato a un addestramento per giovani spie della CIA mascherato da campo estivo, un ragazzo molto impacciato con le ragazze ma che con il tempo riuscirà ad aprirsi. Non pensava neanche lui che il mondo avesse bisogno di lui aspettando solo il suo momento per salvare i buoni dal male, un personaggio molto sensibile che nonostante sia stato il migliore tra i suoi colleghi si è trovato a dover difendere il mondo dovendo comunque imparare cose nuove, il carattere non gli manca e anche davanti a grosse difficoltà alla fine è riuscito nell'intento di dimostrare a tutti che la CIA ha fatto la scelta giusta a chiamarlo.

Anche lei era sicuramente nel suo momento migliore della carriera e come Muniz attualmente ha perso lo smalto degli anni migliori. Hilary Duff veniva dal grandissimo successo della serie tv Lizzie McGuire e quando fu chiamata per la pellicola ha voluto far capire da subito che le aspettative su di lei erano fondate. Il personaggio di Natalie Connors è quello della ragazza ricca ma insicura che vuole solo l'affetto del padre, uno scienziato finito nei guai e che ha messo la figlia da parte nonostante sia il motivo per cui lavora. La ragazza inizialmente non riesce a instaurare un rapporto con Cody anche forse per l'impacciamento del ragazzo, ma quando scopre chi sia in lui in realtà e in cosa è coinvolta cambia atteggiamento fino ad innamorarsene. Coraggiosa e leale scopriremo poi, il suo ruolo è quello della bella da salvare ma che in realtà è anche un modo per dimostrare che anche le bionde hanno un cervello.

Per un buon agente ci vuole una buona spalla o come lei piace chiamarsi una custode, dopotutto Cody ha solo 15 anni e buttarlo così nell'azione senza un mentore sarebbe stato sbagliato. La bella e cazzuta Ronica Miles è tutto tranne che una spalla per Banks. Non sopporta il suo ruolo iniziale ma con l'andare del film si affeziona al ragazzo tanto da aiutarlo a salvare Natalie nonostante la CIA volesse mollarlo. Un bel personaggio che Angie Harmon, che comicieremo a conoscere molto anni dopo per la serie tv Rizzoli e Isles, mi sembra la guida del protagonista ma che in realtà si può considerare una sorta di sorella maggiore che ha nel suo ruolo quello di insegnare e proteggere il suo collega dal non farsi ammazzare e a combattere il male.

Neanche il regista, Harald Zwart, qui agli inizi della sua carriera e che tutt'oggi è ancora considerato un regista molto sottovalutato nonché che abbia diretto pellicole di gran spessore ma il regista norvegese in questo film è comunque stato soddisfacente. Ogni missione che si rispetti ha bisogno di nemici che si rispetti, quelli che vediamo in foto sono l'esempio del boss e del suo scagnozzo, e che chiaramente è più nemico il suo galoppino che il boss. Se da una parte abbiamo Brickman (Ian McShane), capo della E.R.I.S una società che ancora non ho capito cosa produca; dall'altra parte abbia Molay, un uomo con un occhio di vetro che sembra appena uscito da un film di fantascienza (anche perché il suo interprete, Arnold Vosloo, lo abbiamo conosciuto per aver interpretato la Mummia nella famosa saga cinematografica), e che qui si è dovuto ritagliare uno spazio da co-antagonista ma che invece poi come già detto mi sembra più lui il nemico principale che il suo capo, che invece nel film non è che fa grandi cose. Insieme vogliono usare i nanobot, dei piccoli robottini diciamo in grado di scogliere ogni tipo di metallo, per distruggere le armi dell'esercito statunitense ed ecco perché il ruolo del padre della protagonista è così importante.

Scene che mi ricordano molto il primo capitolo di Mission Impossible, ma che rispecchiano molto l'età adolescente del protagonista che si trova alle prese con il suo primo ruolo da agente segreto e qualche casino lo combina, ed ecco che il regista ha voluto mostrare si la parte dell'azione ma con un poco di inesperienza del protagonista su certi aspetti come se non fosse ancora pronto fino in fondo a difendere il mondo.

Avrei coinvolto di più il capo della CIA di cui non conosciamo il nome, ma che è stato il primo a credere in lui anche quando nessuno voleva nemmeno credere a un programma di addestramento di giovani agenti minorenni. Giusto mettere scene anche comiche su certi aspetti per mostrare come Cody abbia comunque la sua goffaggine come giusto che sia per un ragazzo di 17 anni, ma anche una sorta di cambiamento adolescienziale. Buona la scena della battaglia finale nella base nemica tra esplosioni e corsa contro il tempo per salvare Natalie e suo padre ma il modo in cui muore Brickman doveva essere gestito meglio, mi sarei aspettato una sconfitta decente più da diciamo alla James Bond, come anche la sconfitta di Molay ma nonostante questo Zwart e il suo team hanno lavorato in maniera modesta.

Anche per questa recensione è tutto ci vediamo alla prossima recensione sempre su Recensione Film I Il cinema è arte.
di Giacomo Fantini Voto: 3,45 di 5
17 Maggio 2025
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