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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

1963 - Drammatico/Commedia - 2h 19m

Regia: Federico Fellini

Cast: Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Anouk Aimée, Sandra Milo, Rossella Falk, Barbara Steele, Guido Alberti, Madeleine Lébeau, Jean Rougeul, Caterina Boratto, Annibale Ninchi, Giuditta Rissone


Il regista Guido Anselmi è in elaborazione per il suo prossimo film e che lo sta stressando molto, decide così di passare un periodo di riposo in una stazione termale per riprendersi dallo stress e riaccimolare le idee per il prossimo film. In questa stazione termale sono presenti molti degli attori e il produttore stesso che dovrebbero lavorare con lui, e ognuno di loro si affida a lui per il suo appoggio, mentre lo stesso regista si trova nel mezzo oltre che ai problemi proffessionali anche quegli personali.


La pellicola è considerata uno dei migliori film del regista riminese e una delle opere più importanti del cinema italiano e mondiale. Vincitore di 2 premi Oscar tra i quali quello come miglior film straniero su 5 candidature in totale, vuole raffigurare la nevrosi di un lavoratore come il regista e il suo mondo interiore che deve attraversare nel costruire un film.


Fellini e Mastroianni sul set


Un esempio all'incirca di quello che lo stesso Fellini doveva vivere ogni volta che stava per costruire un film, e che lo stesso protagonista deve vivere con un film di cui non ha alba neanche del nome; un opera che aggiunge al dramma-commedia un pizzico di fantasy per i sogni e i personaggi che il regista Anselmi vive, tanto che alcuni personaggi interagiscono con lui anche se in realtà non sono più viventi. Un film che lo stesso regista ha descritto come una vera e propria tortura perchè anche lui non sapeva che nuovo film andare a fare, tanto che il nome della pellicola è chiamata così perchè si tratta dell'8avo film del regista, e il ½ fa riferimento al suo primo film che fu co-diretto e non fu totalmente suo. L'intero film è un miscuglio di elementi che a lungo andare se non stai attento puoi andare in confusione, io stesso ho cominciato a capire il film solo a metà trama, e questo lo metto come un punto a sfavore per lo spettatore che deve vedere il film con scioltezza.

Nonostante questa difficoltà nel assemblare bene gli elementi, ho apprezzato in gran parte i protagonisti, il master dei master ovvero Marcello Mastroianni, alla seconda collaborazione con Fellini che dopo La dolce vita, è riuscito ancora una volta ad essere un tuttuno col suo ruolo, e che non solo è riuscito a dimostrare un età maggiore dalla sua, ma anche un personaggio preso da nevrosi e nel bel mezzo di affari amorosi che non gradirebbe nessuno. Il problema se si può considerare un problema, è che Mastroianni a volte si perde nel suo mondo uscendo troppo dal suo ruolo di regista indaffarato e senza idee, che non vorrebbe perdere la sua notorietà e bravura, ma che grazie al suo talento riesce a porre rimedio al tutto.


Sandra Milo e Mastroianni


Diversa la presenza di Sandra Milo (vincerà per il ruolo il Nastro d'Argento), la sua bellezza è un incanto, il suo modo di porsi con gli altri è nobile, e se pensiamo che il suo ruolo è l'amante di Mastroianni ha incantato tutti con la sua ingenuità e raffinatezza, oltre alla sensualità di far cadere ogni uomo ai suoi piedi, tanto che lo stesso protagonista ne sarà pazzo preferendola alla moglie Luisa (Anouk Aimée). Propria la Aimée anche lei scelta dopo la bella prova ne La dolce vita dove interpretava l'ennesima amante di Mastroianni; l'attice francese è l'esempio della moglie tradita che non accetta giustamente la situazione senza precedenti, con l'intento di far ritrovare il senno inutilmente al marito.

E non poteva non mancare la diva per eccellenza: Claudia Cardinale, dalla bellezza divina e naturale, incantevole e dalle doti notevoli, interpreta Claudia ovvero la diva del film a cui dovrebbe partecipare ma che non arriva mai; l'errore è stato inserirla nelle ultime scene e vista per poco all'inizio, come se la sua parte fosse un ruolo non determinante nel film, cosa che invece un'attrice come lei non dovrebbe essere messa per ultima ma dall'inizio per aiutare Mastroianni nel suo ruolo da regista insodisfatto.

Propria di insodisfazione si parla unita a sogni e vicende che metteranno il protagonista nell'oblio dell'incertezza. Nonostante cerchi di rilassarsi non riesce nemmeno a pensare quale sia il film da girare, e lo stesso produttore, un insolente e arrogante persona che non solo gli mette il fiato sul collo ma gli mette alle corde un inetto e viscido psicologo che lo studia e lo segue dapperttutto. Anselmi conviverà con i fantasmi dei genitori (di cui il padre è nuovamente Annibale Ninchi, che aveva interpretato il padre dello stesso Mastroianni ne La dolce vita, ma sembrano passati anni visto il suo grande invecchiamento), ma che non saranno i soli sogni e immagini fantastiche che dovrà vivere il regista; altro aspetto è proprio la nevrosi che dovrà vivere Anselmi per cui molti del mestiere vivono ogni giorno e che portano molti a dover anullare le produzioni o addirittura stopparle e farsi sostituire da altri, ci sono esempi di attori che sono caduti in depressioni o ne sono usciti nervosi e stressati per colpa di un film.

L'elemento che caratterizza la pellicola è la stupenda scenografia (verrà candidata agli Oscar), a volte allucinante per il modo strano in cui è stata messa, questi grandi set cinematografici e una specie di base spaziale dove troviamo una piattaforma di lancio per un'astronave che ho trovato ridicolo per una conferenza stampa, ma dall'altra parte molto curioso come posto dove presentare il film, l'ennesima genialata di Fellini ma che ancora non capisco dove l'abbia pensata, e come non abbia mai vinto l'Oscar per la sua straordinaria attività registica, un grande fallimento dell'Accademy.


La scena del girotondo


La colonna sonora è un'ottimo elemento che contrappone un'ulteriore complessità per la pellicola, perchè il suo compositore Nino Rota (altro collaboratore assiduo di Fellini), che ha portato sinfonie di enorme equilibrio tra melodie forti che portano la nevrosi del protagonista, e sinfonie delicate che portano la bellezza di fare cinema. In poche parole un film che ha consacrato se ci volesse un regista come Fellini, e che fa conoscere allo spettatore la parte più complicata di essere regista.



di Giacomo Fantini Voto: 3,55 di 5

17 Maggio 2021

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