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  • Immagine del redattore Giacomo Fantini

Thor

2011 - Azione/Avventura - 1h 54m

Regia: Kenneth Branagh

Cast: Chris Hemsworth, Natalie Portman, Tom Hiddleston, Stellan Skarsgård, Kat Dennings, Clark Gregg, Colm Feore, Ray Stevenson, Idris Elba, Jaimie Alexander, Tadanobu Asano, Joshua Dallas, Rene Russo, Anthony Hopkins

TRAMA:

Il dio del tuono Thor, è il principe ereditiero di Asgard, ma è un ragazzo arrogante e voglioso solo del potere. Le sue azioni incosiderate che mettono quasi a rischio una pace durata anni con un regno nemico, danno atto a suo padre Odino di spogliarlo di tutti i suoi poteri e di bandirlo dal regno catapultandolo sulla Terra affinchè non fosse di nuovo tornato degno.







Recensione:

Quarto film della prima fase dell'Universo Marvel, incentrato sulla figura del dio del tuono Thor, l'unico dei supereroi Marvel fino ad ora avere superpoteri già di suo essendo un essere mitologico. Una pellicola dotata di grande spirito e azione come solo l'MCU sa fare, capace di costruire una storia intrattenitiva e piena di colpi di scena, come la Marvel sa fare. Per la prima volta ci troviamo anche in un posto che non sia la Terra, e vedere un regno come Asgard ti fa pensare quanto sia bella la fantascienza nel vedere un regno del genere e il gran lavoro della produzione nel realizzarlo. Un lavoro fatto all'inglese nella minima dettagliata fase di produzione, come poi è il suo regista probabilmente il portatore di un modo di lavorare nel dettaglio senza mancare neanche un difetto ed elliminarlo subito.

Sappiamo tutti delle grandi qualità di Kenneth Branagh, il regista inglese fin dalle origini con Enrico V si è fatto vedere come tra i migliori registi della sua generazione. Dall'allievo del grande Laurence Olivier mi sarei aspettato questo e altro ma vederlo dirigere un film Marvel mai. Il suo stile drammatico ma con sfumature fantastiche, non è la prima volta che si predilige per un film di fantascienza, lo avrei visto bene anche come attore viste le sue doti attoriali magari con un piccola parte come abitante di Asgard. Branagh è riuscito a dare quella sorta di dramma e anche commedia in un film dove c'è poca commedia vera e propria, una sorte di film in costume come il teatro a cui il regista aveva iniziato a fare prima di esibirsi al cinema. Senza togliere niente a Jon Favreau che ha dato inizio a questo universo supereroistico, ma il noto Kenneth posso confermare che ha dato del filo da torciere ai primi due registi per il suo modo di vedere la fantasia come una sorta di mondo simile alla realtà che può anche ospitare degli "dei".


Thor (Chris Hemsworth) e suo fratello Loki (Tom Hiddleston)


La vita dell'australiano Chris Hemsworth è cambiata da un momento all'altro quando la Marvel gli ha dato la possibilità di diventare Thor. A parte che nelle somiglianze col dio nordico del tuono gli si avvicina in tutto, biondo e con gli occhi azzurri e dotato di una corporatura che solo un dio può avere. La parte del ragazzo egoista e arrogante è la solita storia dell'uomo dai grandi poteri che si fa prendere dalla voga del dover essere qualcuno a tutti i costi per poi avere una sonora lezione, e diventare una brava persona su cui fare affidamento. Non solo ha dato del filo da torciere a chi credeva che un attore alle prime armi potesse stare in un universo del genere, ma ha anche fatto capire che solo con il duro lavoro si può andare avanti. Il suo lavoro nel formarsi come uomo è stato un duro ruolo, perchè comunque come hanno insegnato questi film tutto è possibile se ci metti del tuo.

Addentrarsi in un mondo come la Terra senza i poteri e diversi tipi di stili di vita non è stato facile, ma è come una persona che va a vivere in un altro stato e deve ambientarsi senza il suo stile di vita e con persone sconosciute, solo il tempo può far vedere cosa accadrà. Inanzitutto vorrei dire che avere un martello dai poteri sovranaturali è una cosa che solo un dio poteva avere, il Mjollnir è una sorta di allungazione del braccio per Thor e che ormai non può fare senza, come la bacchetta magica per Harry Potter o le ragnatele per Spider-Man. Vederlo volteggiare col martello e lanciare fulmini è l'attesa che ognuno aspetta per questa pellicola, devo essere sincero solo vederlo usare il suo martello come fosse una clava e sconfiggere i nemici vale il biglietto. La nota malinconica è vederlo impegnarsi per riprendersi il suo martello per poi non poterlo riprendere, e vederlo ormai arrendersi a vivere con gli umani da normale umano mentre su Asgard si sta scatenando l'inferno, come una sorta di prova non superata per l'uomo abituato a superare tutto.

E che dire del dio dell'inganno Loki, probabilmente tra i villains migliori dell'universo Marvel. Empatico, accativante e crudele ma anche ingannevole come è poi il suo ruolo. In ogni famiglia che si rispetti c'è sempre il fratello arrogante e geloso che aspetta il momento giusto per prendere il soppravento sul fratello e appropiarsi del potere, questo è Loki. Anche qui l'inglese Tom Hiddleston per la prima volta in ruolo da protagonista, ma in un ruolo così importante come questo, dove sbagliare poteva essere fatale. Rubare la scena a Thor è stato la cosa più comune che poteva esistere e l'inesperienza dell'allora emergente attore ha avuto la sua ragione ma devo anche essere onesto non se l'è cavata male per un novellino. La nota storta è il vestito, sembra di più uno scarabeo con quell'elmo in testa, e non un dio. Ma i suoi poteri magnifici, ingannare le persone con la magia è tipico di Loki e ci abituerà a peggio, ma il ragazzo è anche sensibile e dolce e questo è la cosa bella di lui, l'amore per la madre Frigga (Rene Russo) che pur non essendo la sua madre naturale è l'unica cosa che l'attacca al quel mondo di dei, amandola meglio di quanto ami il padre. La verità è che anche il nemico più sadico ha sempre un cuore per la madre a cui fa fatica a farle del male. La prova del caro Tom è da applausi grazie anche al suo talento nel essere il tipico cattivo che empatizza col suo nemico ma alla fine lo pugnala alle spalle, ma anche posso dire porta una sorte di sarcasmo da inganno.

Arriva l'amore anche per Thor e meglio non poteva che essere un umana. La bella Jane Foster ruba il cuore del dio del tuono grazie al suo sguardo e alla sua dolcezza acqua e sapone. Qui ci ha messo del suo Natalie Portman, che da anni fa parte di quel reparto di attrici che non molla mai, il suo modo da ragazza della porta accanto che fa innamorare chiunque non fa una piega. Il suo carattere a volte professionale e qui lo è eccome la rende un ottima compagna. Poi certo potremmo soffermarci sul fatto che incarna la tipica donna volta al lavoro e pronta a una nuova avventura per uscire dalla monotonia, certamente non si fa mettere i piedi in testa neanche dal suo mentore, lo scienziato Erik Selvig (Stellan Skarsgard), uno squilibrato ma ironico uomo che è una sorta di padre per lei, o la sua assistente strampalata Darcy (Kat Dennings) che non rispecchia l'immagine della scienziata tipo ma della tirocinante svogliata. Ma tornando alla bella Jane, probabilmente è la parte amorosa che voleva portare il regista riuscendoci con la possibilità che la Portman pensava di fare di più dal lato della bella.

Partendo dal fatto che Asgard sembra un paradiso terrestre, mi sembra di vedere il paradiso di Dante, ma con molta più fantasia. Un gran lavoro di effetti visivi che ci danno l'esempio di quello che poteva essere la dimora degli dei nordici. Se poi mostriamo gli altri pianeti allora l'obbiettivo della produzione era quello di mostrare Asgard come il pianeta raggiante cosa diversa per esempio da Jotunheim, una distesa di ghiaccio desolata dove vivono i loro nemici, che sembrano altro che Giganti di ghiaccio ma più vicini ad alieni blue dagli occhi rossi, ccmunque un pianeta che poteva essere fatto meglio e non solo mostrare Asgard come il pianeta perfetto. Senza parlare del Bifrost una sorte di portale per gli altri regni, che mi sembra più una sorta di teletrasporto che un ponte dell'arcobaleno, ma che varrebbe una sorta di modifica.

Che dire di Odino, re di Asgard e padre degli dei, una sorta di Zeus nordico ma più forte secondo me. Che di Anthony Hopkins ormai non serve dire altro, conosciamo le sue doti attoriali ma che interpretasse con così tenacia un ruolo così modesto non immaginavo. La parte del padre severo ma maleddettamente ancora in aste nonostante l'età è solo da applaudire. Il modo in cui sveste Thor dei suoi poteri è una scena modesta ma il modo in cui entra in scena è da grande impronta. Vorrebbe passare la parte di sovrano del regno a suo figlio ma sa in cuor suo che il ragazzo non è ancora pronto, ma sappiamo tutti che Asgard senza Odino non è il regno che si vede. Potrei parlare di Lady Sif e i tre guerrieri Volstagg, Fandral e Hogun, le spalle di Thor che possiamo indicarli come i migliori amici del dio del tuono che diciamo accompagnano il protagonista ma che sanno in cuor loro che potrebbe farcela anche da solo. E che dire di Heimdall, il guardiano di Asgard, una sorta di Ercole di colore interpretato da un ottimo Idris Elba che fa da consulente diciamo di Thor dotato di gran cuore e amicizia, il ruolo del personaggio che appare poco ma che ogni volta è importante per la scena.

Se parliamo della colonna sonora il rock c'è di mezzo per corononare la pellicola, un gruppo rock come i Foo Fighrers e il tema da loro portato ovvero Walk accompagna la storia come una sorta di cammino dell'eroe, come Thor deve ritrovare se stesso e diventare un vero eroe, il tutto condito dall'intera colonna sonora composta dall'inglese Patrick Doyle dai ritmi forti che colpiscono molto le scene d'azione e suspence mentre Thor cerca di redimersi dal suo carattere non da vero re.


E anche per oggi è tutto, ci vediamo presto con la prossima recensione sempre su Recensioni Film I Il cinema è arte.


di Giacomo Fantini Voto: 3,60 di 5

14 Marzo 2022



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